Il giovane tenente Whistler si imbarca sulla Richard of Jamaica, una nave negriera che trasporta schiavi dall'Africa alle colonie britanniche dei Caraibi. Da subito si evidenzia la lontananza delle sue idee, radicali e ben disposte verso gli schiavi, da quelle del capitano Hall e soprattutto da quelle del tenente Gordon, uomo di dubbia morale, ubriacone e sprezzante. Durante il viaggio il protagonista apprende da Solomon, un vecchio marinaio, che l'imbarcazione sulla quale si trovano non è altri che la vecchia Zong, rinominata dopo il massacro di centinaia di schiavi gettati in mare, nel 1781. Solomon stesso confessa di essersi trovato su quella nave e di avere aiutato il comandante Collingwood e il tenente Stubbs ad insabbiare un omicidio. Con l'aiuto del medico di bordo Goodwill, Whistler cerca di portare un po' di conforto agli schiavi ammucchiati nella stiva e conosce Alaina, una sorta di maga indigena. La situazione precipita quando una schiava partorisce e Gordon, in preda all'alcol, getta in mare il nascituro.

Un tranquillo fine settimana in una località montana innevata, dove diverse famiglie si incontrano per rilassarsi, assume gradualmente contorni inquietanti, quando una famiglia di caprioli viene uccisa e trascinata nel bosco. Quando poi alcuni ragazzi, giocando, scoprono il corpo di un soldato morto nella neve, tre uomini decidono di salire fino alla misteriosa caserma che incombe sul residence, per fare luce sulla questione. Qui si imbattono nella radice del male che li riempirà di orrore, mentre giù a Monte Sereno qualcosa che era stato dato per morto inizia a rianimarsi.

Una sconfinata videoteca che raccoglie le esistenze di tutti i viventi. Un reduce di Russia vive per la volontà di riabbracciare sua madre. Uno scalatore affronta il Nanga Parbat per ritrovare il figlio. Un nobile francese affronta ogni anno un viaggio in Toscana per completare un dipinto. Un orologio passa di polso in polso, fin dalla liberazione di Auschwitz. Otto racconti - pluripremiati in concorsi letterari - che nascono dalle ispirazioni più varie, da Kafka a Beckett, a Borges, alla fantascienza per dare un'immagine surreale e insolita del mondo in cui viviamo.

Quando il commissario Della Seta, di ritorno da una biopsia prostatica, si imbatte nell'omicidio dell'uomo appena conosciuto al Policlinico, non sa di trovarsi all'inizio di una vicenda che lo porterà sulle tracce di un serial killer che sfugge ad ogni schema. Accompagnato dagli immancabili Rolling Stones, i cui titoli gli si presentano ad ogni passaggio della sua vita, si trova coinvolto in un'indagine che lo tocca sul piano personale. Costretto a destreggiarsi tra una figlia astrofisica che all'improvviso ritorna da Cambridge a complicargli la vita e una collega molto intraprendente, dovrà dar fondo a tutte le sue risorse per fermare la mano dell'omicida che la stampa inizia a chiamare 'il Picconatore'. Forse il segreto si cela nei corridoi dell'ospedale, dove ambigui medici sembrano ordire trame segrete sulla pelle dei pazienti: uno dei quali potrebbe essere il commissario stesso.

La vita, in fin dei conti, è essenzialmente tragica, se non fosse davvero divertente, come questo libro, che ha un modo tutto suo per proteggere i sentimenti sotto strati di cinismo e d'ironia in una storia dura, complicata, sorprendente. Un'indagine imprevista riempie la miserevole esistenza di Edmondo Solfizi, anonimo perito assicurativo che imbocca un percorso obbligato verso il suo destino. Non è detto che indagare ci salvi dalla morte, ma è sicuro che ci insegni a vivere. Ed è proprio questa preziosa lezione che Edmondo ha colto nel vero senso della parola. Non c'è logica nel percorso che tutti dovremo tracciare su questa terra, così non ci è dato sapere quale sarà la nostra ultima volta... aprire gli occhi, pensare, respirare: essere come una stella già finita che viaggia fino a noi ancora nel vuoto. L'importante non è esistere ma Significare. Dare un senso. Scoprire.

Cosa succederebbe se, da un momento all'altro, senza una spiegazione razionale, ci trovassimo prigionieri di un luogo chiuso, senza via d'uscita né alcun contatto con l'esterno? Se, anzi, non ci fosse più un esterno ma solo un infinito, eterno hic et nunc? Forse, come accade al protagonista del romanzo di Mauro Cotone, proveremmo ad aggrapparci alle poche certezze che abbiamo intorno; forse, anzi, cercheremmo intorno a noi delle certezze, le costruiremmo facendo appello alla nostra ragione, o al poco che ne resta. E, allora, se un magazzino zeppo di ogni genere di articolo diventasse una sorta di biblioteca borgesiana, e l'unico modo per mantenere la lucidità fosse individuare tutto ciò che in esso è contenuto, censirlo con precisione, dargli un nome, un ruolo, creeremmo un nonluogo, una terra al confine tra ragione e follia, realtà e immaginazione. Un luogo della mente in cui tutto sarebbe possibile, in cui non ci sarebbe bisogno di alcuna spiegazione.

In uno dei periodi più travagliati del mondo moderno, in cui la classe borghese si impadronisce delle leve del potere, un gruppo di pensatori inglesi, partendo dalle premesse filosofiche di John Locke e del materialismo francese, crea un ponte ideale che collega il pensiero illuministico al socialismo, che vedrà la luce nei primi decenni del diciannovesimo secolo. L?antologia presenta l?universo frastagliato del Radicalismo inglese, che vede personaggi quali i cosiddetti 'socialisti agrari', i giacobini filo-francesi che invocano una maggiore partecipazione popolare alla vita pubblica attraverso il suffragio universale, il filosofo anarchico William Godwin e la moglie Mary Wollstonecraft, prima lucida paladina dei diritti delle donne, per arrivare a Charles Hall, anticipatore delle teorie di Marx. Molti autori sono qui tradotti per la prima volta in italiano.

Le storie di tre personaggi alla continua ricerca di sé si intrecciano in un (meta) testo dall'ironia beckettiana. 'La bicicletta di Rasputin' è un romanzo intelligente e surreale, denso di affilate trame e sotto trame che trascinano il lettore in un immaginario viaggio verticale, lungo sentieri letterari sgombri di punti di riferimento, per renderlo testimone di un invisibile e spiazzante gioco. Inghiottiti dentro una spirale di eventi, i protagonisti si rincorrono e si alternano in un'atmosfera che è simile a un vuoto di senso, fino ad arrivare a un finale decisamente inaspettato che si rivela in tutto il suo splendente sarcasmo come una parodia della banalità e dell'insensatezza. Un romanzo che non offre, quindi, mai risposte definitive, ma, con tagliente leggerezza, spinge a farsi domande. Una sorta di inno al caos universale che scioglie le geometrie della ragione.

È indubbiamente il silenzio la componente essenziale dei racconti di Mauro Cotone; il silenzio dell'indicibile, dell'incredibile, dell'incomunicabile; il silenzio della meraviglia, il silenzio che isola, che indaga, che spoglia del superfluo e che assorda con la forza implosiva del vero. 'La casa di via Donatello' non è una semplice raccolta di racconti, ma luogo fisico fatto di stanze troppo a lungo rimaste chiuse, quindi luogo della resa dei conti, popolato di scheletri e fantasmi. Nei suoi corridoi striscia il serpente del male, lo spirito di divisione che si frappone tra gli uomini, rendendoli freddi, incapaci di interagire, confinando ciascuno in una dimensione di unicità grottesca. La realtà offre all'autore inquietanti spunti di meditazione: la cronaca quotidiana è la Musa di un occhio cinico e smarrito che ruotando coglie l'assurdo che lo circonda e si abbandona a un destino irrimediabilmente scritto.