Kiri, come ogni adolescente siciliano, tenta di vivere nel più normale modo possibile la sua vita fra amici, scuola, motorini e perché no, anche la conquista di qualche ragazza. Ma il destino per lui ha altri progetti. Giunto su di un'isola mai esplorata fino ad ora, nell'arcipelago situato nel mare Siciliano, fa la conoscenza di Soto, un anziano eremita che gli racconta la leggenda sui i maghi e i draghi vissuti su quest'ultima molti anni orsono, e che nel tempio posto al centro di essa è celato un grande segreto. Kiri, tentato dalla sua sete di sapere, guida lui e i suoi amici in questa avventura che non farà altro che dare inizio ad una nuova generazione di maghi, radicandola nel nuovo mondo. Una battaglia che si pensava ormai sopita da tempo, quella contro lo stregone Burtafan. Kiri prenderà coscienza di ciò che è, e solo lottando a fianco dei suoi amici e del Principe dei draghi Badol, capirà ciò a cui è destinato, seppur davanti a sé si presenta una lunga guerra.

Romanzo distopico ambientato in Italia, che indaga la trasformazione culturale del nostro Paese dalla tentata strage di Macerata ad oggi.

Il volume illustrato affronta il tema della diffusione di contenuti archivistici in quanto innanzitutto valori pubblici e civili, con modalità anomale per una disciplina piuttosto paludata nei suoi consueti modelli espressivi. Nasce dal bisogno di individuare una cifra stilistica che sappia dar conto delle peculiarità dell'universo archivistico senza privilegiare tecnicismi ma non rinunciando alla sua dimensione scientifica. La parte più squisitamente narrativa e grafica si sviluppa in episodi che, quasi fossero una piccola serie televisiva, ruotano intorno a un impianto di fondo ambientato nell'ipotetica città di Archinia, i cui archivistici abitanti combattono sostanzialmente contro gli intellettualismi cari a un certo tipo di immaginario archivistico. Sono previste schede ad hoc per definire e contestualizzare i luoghi e i personaggi.

'Un giudice ragazzino' è un romanzo grafico ispirato alla figura del Giudice Rosario Livatino.

La primavera non è solo rinascita, è una trasformazione. Ma il cambiamento, la primavera delle coscienze, dipende da noi, da cosa vogliamo vedere e da come scegliamo di agire.

Giuseppe Gioacchino Belli, il poeta del popolo e dei popolani romani, poeta 'segreto', ebbe il suo monumento che lo ricorda in Trastevere, col quale la sua figura e l'opera sua grandiosa uscirono, si può dire, definitivamente dalla clandestinità e dall'ombra, per l'arte, appresa e coltivata in Roma di uno Scultore Siciliano, Michele Tripisciano (Caltanissetta, 1860-1913). È questa la storia di quel monumento, singolare anche per l'iniziativa popolare per la sua erezione sostenuta da una sottoscrizione pubblica cui concorsero cittadini d'ogni ceto della Capitale della nuova Italia. Attraverso le vicende di quel monumento, si intravede lo spaccato di un ambiente culturale, artistico e letterario, in cui spiccava il ruolo del giornalismo e della poesia dialettale di cui il Belli era ed è il simbolo. E campeggia la figura singolare del sindaco Nathan che favorì l'iniziativa e mirabilmente ne interpretò il significato culturale e politico. E poi il dramma dello Scultore, stroncato da una morte prematura quattro mesi dopo l'inaugurazione di quella che fu l'ultima sua opera.