Questa è una raccolta di saggi che esplora il rapporto spirituale, emotivo e biologico fra l'uomo e i colori, il modo in cui questi hanno plasmato l'umanità e come è cambiato il nostro impatto sul pianeta mentre questo legame si logorava nel tempo. Ellen Meloy, scrittrice naturalista che con questo libro è stata finalista al Premio Pulitzer nel 2003, un anno prima di venire a mancare, ci accompagna in un viaggio attraverso territori di straziante bellezza e vulnerabilità, generando nel lettore un rinnovato impulso a prendersene cura. Meloy fa della nostra capacità di percepire i colori un'esperienza squisitamente sensoriale. L'unica vera mappa cui vale la pena di affidarci per conoscere questo mondo in perpetuo cambiamento, osserva, è quella che i nostri sensi sono in grado di tracciare. Se invece di sfruttarla ci limitassimo a godere della natura, se ci abbandonassimo alla sua seduzione, potremo tornare a sentirci vivi e parte di qualcosa di più grande. La domanda fondamentale che questo libro pone è: vogliamo vivere sulla Terra a mo' di ciechi parassiti o contribuire alla sua sopravvivenza come l'istinto ci suggerisce da sempre di fare?

Long believed to be disappearing and possibly even extinct, the Southwestern bighorn sheep of Utah's canyonlands have made a surprising comeback. Naturalist Ellen Meloy tracks a band of these majestic creatures through backcountry hikes, downriver floats, and travels across the Southwest. Alone in the wilderness, Meloy chronicles her communion with the bighorns and laments the growing severance of man from nature, a severance that she feels has left us spiritually hungry. Wry, quirky and perceptive, Eating Stone is a brillant and wholly original tribute to the natural world.

In this invigorating mix of natural history and adventure, artist-naturalist Ellen Meloy uses turquoise—the color and the gem—to probe deeper into our profound human attachment to landscape.

From the Sierra Nevada, the Mojave Desert, the Yucatan Peninsula, and the Bahamas to her home ground on the high plateaus and deep canyons of the Southwest, we journey with Meloy through vistas of both great beauty and great desecration. Her keen vision makes us look anew at ancestral mountains, turquoise seas, and even motel swimming pools. She introduces us to Navajo “velvet grandmothers” whose attire and aesthetics absorb the vivid palette of their homeland, as well as to Persians who consider turquoise the life-saving equivalent of a bullet-proof vest. Throughout, Meloy invites us to appreciate along with her the endless surprises in all of life and celebrates the seduction to be found in our visual surroundings.