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2025 |
![]() ![]() Author: Passigli Stefano Publisher: Passigli La fine della Prima Repubblica ha aperto un lungo periodo di transizione che in tre decenni ha visto 18 governi, 4 cambiamenti di legge elettorale e 2 tentativi di radicale riforma costituzionale, entrambi bocciati dal voto popolare nel 2006 e 2016. È evidente che l'Italia ha sofferto di una crisi istituzionale cui la nostra classe politica non ha saputo portare rimedio, una crisi che si è progressivamente aggravata, come testimonia il crescente astensionismo elettorale, e che rischia ormai di sfociare in una vera e propria crisi democratica. È in questo contesto che Stefano Passigli si è posto l'interrogativo di come il grande politologo Giovanni Sartori avrebbe giudicato oggi il sistema politico italiano. Per portare una risposta Passigli, che quando Sartori lasciò l'Italia ne ha ereditato la cattedra, ha utilizzato scritti che nell'arco di vari decenni sono stati oggetto di un continuo confronto con i temi e le posizioni di Sartori. Da tale confronto emerge che Sartori, al contrario dei tanti soi-disant ma falsi liberali che popolano la scena politica e accademica italiana, si schiererebbe oggi decisamente contro le proposte del Governo Meloni, e in particolare contro il Premierato e la riforma della Giustizia mirata a ricondurre all'ordine una magistratura di cui il Governo sembra temere l'indipendenza. Sartori si schiererebbe contro sia perché già lo fece al tempo delle riforme tentate da Berlusconi, sorprendentemente simili a quelle oggi proposte, sia perché esse ledono profondamente il principio fondamentale della liberal-democrazia: la limitazione del potere, da con € 28,00
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2021 |
![]() ![]() Author: Passigli Stefano Publisher: La nave di Teseo La Prima repubblica è stata vittima a lungo di un diffuso giudizio negativo che deriva da un'errata lettura dei suoi limiti temporali. Grazie all'azione della sua classe politica un paese distrutto, diviso politicamente e culturalmente, povero, e caratterizzato da profonde diseguaglianze, conobbe in pochi anni nel dopoguerra, un forte sviluppo dell'economia e del reddito pro capite, una maggiore giustizia sociale, e un ampio riconoscimento di nuovi diritti civili, compiendo un deciso passo avanti verso una società e un sistema politico più aperti e democratici. Ricostruire criticamente gli eventi della Prima repubblica in una corretta cornice temporale che ne ponga il termine non tra il 1992 e il 1994 a causa dell'azione della magistratura, ma alla fine degli anni Settanta con il venir meno del disegno perseguito da Moro e Berlinguer di superare la democrazia bloccata e di aprire a possibili alternanze di governo, è esercizio che può dare utili indicazioni anche per superare la crisi di legittimità che affligge il nostro sistema politico. In tempi di populismo una riflessione sulla Prima repubblica può rivelarsi un potente antidoto a pericolose pulsioni anti-sistema e al rifiuto della competenza. Tendenze che possono sfociare in una seria minaccia alla democrazia che è solida quando i cittadini sono animati da un senso di efficacia della propria azione e di fiducia nel ruolo delle élites, partecipando attivamente alla loro selezione. Obiettivo di questo libro è così non solo quello di una corretta valutazione della Prima repubblica, sfatando i numerosi luoghi comuni che han € 19,00
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