Il dominio spregiudicato della scienza, il dissidio tra fede e ragione, la protervia dell'artificiale in contrasto all'indomito, al selvaggio; l'epoca di Elon Musk che si mescola alle contraddizioni di Dostoevskij e ai sortilegi dell'epopea di Gilgamesh; l'idolatria della conoscenza e il linguaggio crudele del mito. Tutto viene ritratto, ripensato e distrutto in questo dialogo che ha il nitore dell'ultimo fuoco, a un ciglio dalla cenere. L'onça, il giaguaro amazzonico cui rimanda il titolo del libro, indica la violenta nobiltà di un pensare vertiginoso e pago, la postura di chi attraversa la cronaca come una spada, privo della cronica indulgenza degli intellettuali odierni, palestrati dell'ego; propone l'abbagliante vertigine di chi nulla ha da perdere e tutto divora. Per chi abita la provvisorietà e regna su frantumi, d'altronde, perfino la rabbia è un privilegio. Contro ogni fanatismo, in devozione al famelico. "Un libro disfunzionale rispetto all'oggi. Esagerato, eccessivo, intoccabile, inattingibile. Al di là di ogni genere, degenere, è come entrare in una voliera piena di serpi che abbiano divorato colombi, piccioni, piccoli rapaci...

Questo studio nasce dalla curiosità di comprendere alcune dinamiche, tanto diverse quanto strettamente correlate, derivanti da una pratica che sta progressivamente influenzando e inevitabilmente rivoluzionando le nostre vite: l'uso delle tecnologie intelligenti. Per questo motivo, il presente saggio si propone di analizzare da diverse prospettive il riflesso di queste pratiche nella nostra società e il relativo impatto, in particolare, sul turismo, un settore che funge da motore per l'economia mondiale, e sulla comunicazione, un processo fondamentale per gli esseri umani, soprattutto in situazioni di emergenza. La scelta di questi temi è stata il risultato di un interesse per una combinazione di aspetti diversi, in gran parte dovuti ai miei studi pregressi, che hanno trovato un comune denominatore nel caso COVID-19. L'obiettivo principale di questo saggio risiede nel tentativo di fornire una panoramica, attraverso i documenti raccolti, consultati e casi di studio specifici, di ciò che le tecnologie intelligenti possono offrire alla società, al settore turistico e a una destinazione, se opportunamente catturate e utilizzate. È quindi utile capire come sfruttare queste potenzialità e, allo stesso tempo, evitare che diventino nostre avversarie, soprattutto in situazioni di emergenza e di crisi.

«Questo testo affronta con grande abilità didattica le diverse sfide diagnostiche e, soprattutto, ha una concezione contemporanea con una chiara e pratica organizzazione dei capitoli coadiuvata dalla presenza di diagrammi didattici illustrativi molto efficaci. Infine, nel testo viene affrontato anche il tema delle terapie mini-invasive effettuate con guida ecografica, fornendo dettagliate indicazioni tecniche, con definizione delle indicazioni e dei risultati, corredati da immagini e schemi esplicativi.» (dalla prefazione di Carlo Masciocchi)

L'aforisma ha un potere liberatorio straordinario perché accarezza, teneramente, i sentimenti e le sensibilità più nascoste del proprio io. È un processo medicamentoso dell'animo umano, riservato sia a quel lettore più diffidente, guardingo, sia allo stesso autore che ricerca dal di dentro la frase perfetta, il suono misterioso, l'immagine più nitida e immediata. «Frammenti di vita. Come un grido nella notte» è un viaggio che ha richiesto la sacralità del silenzio e la mitezza dell'ascolto, condizione e atteggiamento necessari per cogliere, per riconoscere sulla propria pelle, nella propria vita, la lucentezza solare dell'aforisma ma, anche la ruvidezza delle sue parole scartate e che il lettore non conoscerà mai. Non importa se quel grido senza eguali sia venuto dall'inverno, da una paura, dall'ansia o da un vibrato sotto ai piedi che si è fermato sugli occhi o sulla carta bianca, a combattere lo smog della vita.

L'oggetto fondamentale del presente lavoro consiste nel tentativo di leggere la vita come volontà di potenza, alla luce delle riflessioni nietzscheane in quest'ambito. Tuttavia, se questo è l'oggetto del lavoro, è legittimo anche chiedersi a che scopo. In altri termini: perché dovremmo cercare di vedere questa volontà di potenza nella vita? Che c'importa alla fin fine se la vita sia volontà di potenza o meno? Rispondere a questa domanda ci permetterà di capire perché facciamo quel che facciamo, che a sua volta è una risposta preliminare a una domanda sull'agire, ossia: che cosa dovrei fare da domani mattina alla luce di tali nuove consapevolezze?

Era così che andavano le cose, del resto, ovunque e da tempo immemorabile: qualcuno allevava animali che poi lui mangiava senza avere nemmeno un'idea di come fossero da vivi, e altrettanto accadeva per ogni animale che mangiasse carne. A Carlo i ratti non piacciono, li trova brutti, quasi disgustosi. Eppure un giorno salva la vita di uno di loro e la sua esistenza cambia per sempre. Perché Carlo inizia a prendersi cura di quell'animale, a trattarlo come suo pari, e quando al primo ratto se ne aggiungono altri, da uomo solo diventa finalmente un uomo con una famiglia. Piano piano Carlo scopre fino a che punto i ratti e gli esseri umani siano connessi sin dalla notte dei tempi, e quanto le loro emozioni e i loro sentimenti si assomiglino. Eppure Carlo vive in un mondo in cui gli animali sono sottomessi, maltrattati e sfruttati a più non posso, e l'essere umano non è più in grado di vedere il legame che ha con loro. Quell'incontro fortuito diventa per Carlo la spinta per cambiare totalmente la sua esistenza, per riscoprirsi, per guardare al mondo con occhi nuovi, e per fare qualcosa che lascerà tutti a bocca aperta.

Questo saggio indaga la tematica del potere e del controllo nell'epoca di internet e della digitalizzazione attraverso l'analisi comparativa di due romanzi distopici contemporanei, Qualityland di Marc-Uwe Kling e The Circle di Dave Eggers. Questo lavoro sottolinea anche le somiglianze tra la realtà e la finzione e mette in rilievo i cambiamenti di una società tecnocratica, digitale, governata da algoritmi che impongono alle persone stili di vita individuali e di massa mostrando come sotto di essi, le persone siano diventate meno libere.

Durante una mostra sui vecchi mestieri, organizzata in una piccola cittadina, viene inserito anche un cenno alle "case chiuse", un tempo ivi esistenti. A tale scopo sono chiamate a esibirsi delle artiste dilettanti di Burlesque. Ciò scatena una serie di equivoci e reazioni a vari livelli: stampa, curia, giunta comunale, comitati cittadini, che nulla sanno di questo tipo di spettacoli.

L'obiettivo complessivo del saggio è quello, anzitutto, di esporre in linea di massima cosa Nietzsche ci abbia voluto dire col suo prospettivismo (che è già questo un obiettivo tutt'altro che scontato), e in secondo luogo c'è uno sforzo nel cercare di provare a dimostrare la sua non contraddittorietà e la sua sostenibilità su di un piano razionale, sollevando di volta in volta delle possibili criticità e affrontandole alla luce dei tanti frammenti che in questo ambito sono stati scritti da Nietzsche nel corso della sua produzione filosofica.

Cos'è la competenza semantica lessicale? Quali conoscenze e capacità presuppone? Utilizzare una determinata parola vuol dire anche conoscerne tutte le sue possibili varianti? Ci sono informazioni che in qualche modo stimiamo costitutive del significato lessicale e la cui conoscenza è cruciale in termini di competenza semantica, mentre altre no. L'opera risponde a queste domande e analizza la teoria della competenza lessicale elaborata da Diego Marconi.

Il volume approfondisce il concetto di "forma di vita" nella filosofia di Ludwig Wittgenstein esaminandolo, nella prima parte, attraverso diverse considerazioni a partire dalle proposizioni in esso cui compare; com'è noto, la maggior parte degli scritti di Wittgenstein successivi al "Tractatus logico-philosophicus" è costituita da diverse annotazioni intorno a singoli problemi di grammatica, come da lui intesa, e nessuna nozione, per quanto importante, è mai trattata in maniera sistematica o approfondita. Nella seconda parte vengono avanzate alcune considerazioni del perché Wittgenstein non si adoperò per una trattazione: circostanza strettamente collegata al progetto filosofico successivo al Tractatus e al suo modo di intendere e praticare la filosofia.