In un mondo dove le certezze sembrano svanire, Il senso della vita ci guida attraverso un percorso di riflessione profonda, esplorando il cuore delle grandi domande esistenziali. L'autrice, con toccante autenticità, racconta il suo cammino spirituale, segnato dall'incontro con figure emblematiche come Thich Nhat Han, Osho Rajneesh e Yogananda, e dal fascino per le tradizioni del buddismo zen. Con un approccio che, fonde filosofia orientale e riflessioni personali, Marina ci guida in un percorso verso la risposta all'eterna domanda: 'Qual è il senso della vita?'.

Marina Dora Moretti, nel suo singolare testo argomentativo, propone il gioco di ruolo come valido sostegno e apporto all'attività didattica. Punta l'attenzione sullo sviluppo delle potenzialità del bambino con l'ausilio del gioco, della finzione. Immergersi in una storia e indossare il ruolo di un personaggio qualsiasi incentiva la creatività e offre inoltre al bambino la possibilità di agire in autonomia ed effettuare scelte che potranno essere determinanti per lo sviluppo della vicenda. Rapportati all'insegnamento, gioco e didattica, nell'epoca moderna, da sempre hanno camminato su binari paralleli ma per certi versi non si sono mai fusi l'uno nell'altra, ed è proprio da qui che parte l'innovazione: nel GDR la didattica è onnipresente, si integra perfettamente al gioco, offre spunti di riflessione. Questo testo nasce soprattutto per gli addetti ai lavori, per gli educatori che ogni giorno cercano di studiare strategie alternative alla piatta e monotona lezione frontale, ma anche per testimoniare che insegnare in un modo differente è possibile, i mezzi esistono. 'Facciamo che io ero un druido' può essere considerato un valido ausilio e una novità nel campo della letteratura per docenti e un ottimo approfondimento metodologico per l'insegnamento nelle scuole di primo e secondo grado.