Memoria individuale e collettiva, testimonianza di un periodo intenso, il libro restituisce ricordi in squarci improvvisi e taglienti. La protagonista, abbagliata dalla luce dell'incantevole Pirano, vive le infinite suggestioni suggestioni che corrono sulle creste delle onde e sulle ali del vento.

Giulia è una ragazza come tante che all'improvviso si ritrova catapultata nel mondo dei rave e della droga. È una dimensione a sé stante, che rispetta regole tutte sue e che definisce se stessa non solo attraverso le sostanze e le feste, ma anche attraverso la vita universitaria ed un comune atteggiamento oppositivo nei confronti della società. Tra il caos di una Bologna onirica e fagocitante e la diversità di una Trieste stratificata ma a suo modo accogliente, i personaggi si muovono fra relazioni create e disfatte dalla passione e dai capricci dell'umore. Sono legami volubili quanto intensi, intessuti nel tentativo costante di ricercare il piacere e l'evasione. La fuga dalla realtà ha però un prezzo che ognuno sperimenta a modo proprio.

Le nuvole che ci regalano una tregua sono le isole di consapevolezza nel marasma del nostro quotidiano, oasi di lucidità nella confusione, riposo dopo la fatica. Sono racconti ispirati a scene di vita reale o frutto di pindarici voli di fantasia; sono nostalgici amarcord e proiezioni di un domani - utopico o distopico? - verso il quale ci stiamo incamminando; sono karma e destino, ironici e beffardi ma per niente smemorati; sono desiderio di rivalsa e di opportunità da cogliere, di sfumature da apprezzare e di pulsioni da assecondare; sono follie e scelte da saper compiere per non cedere all'apatia e affogare nella dilagante indifferenza. Andrea Comisso è un essere disordinato: un uomo di mezza età a volte più accelerato dei propri figli, altre più saggio dei propri genitori. Un nativo della città più bella, Trieste; un avvocato orgoglioso di esserlo, ma che rifiuta di esaurirsi nel proprio mestiere e - ad un certo punto - accantona il timore reverenziale verso la scrittura e vince la più profonda e naturale timidezza di ciascuno: quella di provare a mostrarsi davvero per quello che si è!

A cominciare dall'antologia "Versi di una vita" del 2010, si parlò e si scrisse di una vita, la mia, giunta agli sgoccioli ovvero al traguardo. Da allora non ho smesso di scrivere e pubblicare volumi di racconti e raccolte di poesie. Questa però è veramente l'ultima mia fatica...

Potersi esprimere liberamente, immaginare e creare divertendosi. Muoversi nello spazio dando vita a storie e personaggi. Saper proporre e ascoltare. Crescere interiormente attraverso l'arte. Questo libro, frutto dell'esperienza maturata in più di quindici anni di lavoro insieme, racconta come, a partire dai banchi di scuola, l'arte teatrale possa divenire un entusiasmante strumento per affrontare il futuro con un bagaglio di inesauribili risorse.

È ancora viva l'eco del Tempo fermo - la silloge pubblicata nel 2020 - e i riverberi concettuali di quel volumetto si combinano e dialogano con quelli della nuova raccolta, Nostalgie di futuro. La gamma tematica ha una serie notevole di rimandi, riflessi, riprese, come testimonia quest'opera dove il ricordo è ancora il perno generatore di ogni slancio verso le focalizzazioni del "già visto", la ricerca delle sfumature capaci di sorprendere, le connessioni logiche tra il mondo di ieri e quello attuale. Il titolo contiene il segnale indicatore di un movimento concettuale dal passato al tempo venturo come se, andando a ritroso nei dettagli delle stagioni pregresse, Roberto Coccolo trovasse abbozzi di preludio all'avvenire. Per l'autore triestino il prelievo memoriale è sempre l'ambito in cui si nutrono a pieno anche le aspirazioni per giorni che hanno corrispondenze positive con il mondo dei desideri. (Dalla Prefazione di Enzo Santese)

Elasticità come costume morale e intellettuale ma fermezza nelle questioni di principio; disponibilità all'uscita ironica ma con lo spirito di chi crede nella serietà della vita; gusto per la battuta, magari anche salace ma, cosa rara, assoluto rispetto per l'interlocutore; amore per l'arte - letteraria o figurativa - ma rifiuto della bellezza vuota che vede in se stessa l'ultimo scopo; piacere della discussione ma irritazione verso evasività e prepotenza; un culto per la chiarezza di pensiero e di espressione che trova conferma nel fastidio per chi fa commercio di parole oscure; permeabilità alle critiche che aiutano a pensare ma insofferenza per la frecciatine biliose; laicità che innamora della concretezza del vivere terreno e predispone ad attimi di felicità ma disprezzo per il materialismo volgare di chi pensa solo al proprio tornaconto. E con tutto ciò un personaggio estroso, buon affabulatore, gioviale e tollerante compagno di osteria. Dati di carattere che felicemente si intrecciano e si fondono, in Walter Chiereghin, all'impegno intellettuale, civile e morale, come testimoniato dall'antologia che qui viene proposta.

All'interno di questa biografia a fumetti, Zivorad Misic trasmette tutta la sua passione, la curiosità di artista - e a tratti l'ossessione, avendone studiata la vita in modo certosino - per un Nikola Tesla a noi poco conosciuto e ripreso, su queste pagine, con una scelta di campo decisamente coraggiosa, una prospettiva diversa e a tratti sorprendente. Non lo scienziato puro e visionario, non le sue stupefacenti invenzioni, non il dualismo con Edison. Nulla di tutto ciò, ma l'uomo che Nikola Tesla divenne e fu. La famiglia, l'infanzia, la giovinezza e la crescita caratteriale di un ragazzo che si fa adulto in un percorso segnato dall'umanità che ognuno porta in sé.

«A volte la scrittura di Gioacchino Staropoli è pervasa da una sorta di humor che sdrammatizza una qualsiasi spiacevole situazione e ci incoraggia ad avere un atteggiamento positivo di fronte alle traversie della vita. Una scelta conveniente, così pensava anche Voltaire: "Ho deciso di essere felice perché fa bene alla salute". Con il suo stile caratteristico, soprattutto nei racconti, ora autobiografici, ora frutto di fantasia, l'autore esprime i propri valori e sentimenti: la famiglia, l'amore, l'amicizia, il senso della giustizia, le conseguenze del bene e del male, il rispetto, la libertà, temi ricorrenti nella sua ormai copiosa produzione.» (dalla Prefazione di Alda Guadalupi)

Fin dall'antichità ogni cultura ha dato vita ai propri dèi e ai propri demoni e, nelle grandi civiltà come nel più remoto villaggio, il folklore ha tramandato numerose leggende, salmodiate da un sacerdote davanti a un altare oppure sussurrate dall'anziano del villaggio nelle notti buie attorno al fuoco. Sono miti di divinità più o meno benevole, di esseri che fungono da guardiani o da protettori, di dispettose creature bizzarre e schive delle quali a malapena conosciamo nome e aspetto, oppure di terrificanti e abominevoli mostri, specchio delle nostre ataviche paure. Questo volume cataloga 120 "mostri" in schede illustrate che ne sintetizzano le origini, le caratteristiche e le varianti più affini proprie di altre tradizioni popolari.