'Le ferite: storie di resilienza scolastica' racchiude una selezione di narrazioni di esperienze scolastiche che hanno segnato profondamente le persone che le hanno vissute. Di queste ferite, il libro realizza un'azione di testimonianza e condivisione. La finalità è mettere in luce dinamiche scolastiche significative: umiliazioni da parte dei professori, indifferenza di fronte a episodi di bullismo tra pari ed altro ancora. Il testo è rivolto agli studenti, affinché sviluppino consapevolezza e strategie di resilienza personale verso tali dinamiche, e ai docenti con la finalità di rendere visibili tali processi e innescare una riflessione profonda riguardo alle convinzioni pedagogiche e alle pratiche didattiche.

Il volume nasce dall'esigenza degli autori, giornalisti e psicoterapeuti, di fare chiarezza sul tema dei bambini 'dimenticati in auto' che crea non poco sgomento nell'opinione pubblica. Obiettivo della ricerca, che si avvale della Teoria della nascita dello psichiatra Massimo Fagioli, è rifiutare falsi messaggi mediatici come 'può capitare a tutti' o 'è causato dallo stress' che inducono paura e malessere e mostrare come alla base dell'abbandono non vi sia una 'dimenticanza' bensì 'un'assenza psichica'.

Napoli, 1600: grandi calamità colpiscono la città del sole governata dagli spagnoli. L'eruzione del Vesuvio, la rivolta di Masaniello, il flagello della peste si abbattono impietose sulla città controriformata ma sempre sottilmente pagana. In questo sfondo caravaggesco, fra luci e ombre, si muove Miguel, orfano spagnolo cresciuto dalle suore di Madras, che riconoscono in lui un prescelto dal Signore. È la predestinazione a forgiare il carattere del giovane che, costretto a fuggire a Napoli per un fatto di sangue, assume su di sé la missione di compiere quella che sente come l'ottava opera di misericordia: essere mano della giustizia divina. Accanto a Miguel si muovono personaggi storici e di invenzione: il pittore Micco Spadaro, cronista della Napoli del '600, che introduce il ragazzo al mondo dell'arte con i suoi intrighi, l'eclettico Salvator Rosa che gli rivela alcuni misteri esoterici, l'amata Iazzella e gli amici Carlos e Ninetto. Con una scrittura che restituisce il sapore di un'epoca e dei suoi eventi, gli autori fanno un affresco vivido e sfaccettato del '600, il secolo jellato.

Mentre stava scrivendo questo diario le ho chiesto: 'Perché lo stai facendo? A che serve?'. Lei con la consueta sincerità che ha sempre connotato il suo vissuto mi ha detto: 'Non lo faccio per me. Certo parlo di me, ma solo per dire ai giovani che se hanno tenacia possono riuscire e realizzare i loro desideri. Sai vorrei pubblicarlo, chissà se interesserà a qualcuno'. Questo era il suo esplicito intendimento ma il destino beffarlo ha voluto che andasse via prematuramente senza poterlo concretizzare; eppure con il suo 'scartafaccio' ha lasciato una tangibile testimonianza del suo pensiero che neppure la morte può annientare: una vittoria assoluta della vita che tanto amava e che grazie ai suoi scritti prepotente riaffiora!