Paolo è un uomo qualunque, dalla vita ordinaria, come ce ne sono tanti. Nessun segno particolare, nulla che lo distingua dal resto del mondo. Il resto del mondo, però, non è il suo mondo. Paolo, infatti, vive rintanato nell'ordine che ha dato alla sua esistenza, in perenne conflitto con ciò che considera altro da sé. Ha una moglie, tre figli, e un posto di lavoro in banca, ha tutto per potere essere felice, ma ha scelto di negare a sé stesso la felicità, e così facendo la nega anche a chi gli sta accanto.

"Il dono nelle organizzazioni aziendali" mostra che proprio nei luoghi dove trascorriamo la maggior parte della nostra vita adulta si tesse una fitta rete di linguaggi primari. "Il dono nelle organizzazioni aziendali" sfiora elegantemente il cuore dell'eresia di questa contemporaneità. Quella che ci è capitata in sorte: teologia economica che rischia di trasformare il nostro tempo in un totalitarismo, spazio senza redenzione. Dove si pratica incessantemente il culto del consumo e del debito. Perché il coraggio di queste pagine mina il dogmatismo delle pratiche capitalistiche. Perché il capitalismo si manifesta non semplicemente come una logica economica, ma anche come una genetica antropologica. Perché quel che è scritto in questo libro si confronta con una diffusa convinzione: che il modo migliore di favorire ogni buona prassi, passi per un governo psichico e motivazionale delle persone che ne fanno parte. Se ne consiglia lettura a chi crede che il tabù della gratuità possa essere ogni giorno profanato da persone libere. Che non riescono a non donare. Nonostante i divieti prevalenti.

Il volume si propone di indagare il fenomeno delle reti di impresa innovative in un prospettiva multidisciplinare. La rete di impresa si configura quale strumento per la produzione e la trasmissione della conoscenza, e costituisce un'istituzione e un tipo di governance organizzativa capace di gestire l'apprendimento collettivo. Le imprese possono stipulare il contratto di rete di impresa mediante il quale esse sviluppano la propria capacità innovativa ed incrementano la propria competitività, obbligandosi a collaborare in forme e in ambiti predeterminati.

Da numerosi studi svolti negli ultimi anni emerge chiaramente la necessità di analizzare, progettare ed implementare efficaci politiche di work-life balance. Tantissimi lavoratori, infatti, si preoccupano sempre di più di conciliare il lavoro con le proprie responsabilità familiari, nell'ambito della più ampia ricerca del significato che per loro riveste, in termini profondi, la propria attività lavorativa. Il tema affrontato in questo lavoro è allora quello, in senso ampio, della responsabilità che le aziende hanno nei confronti dei propri dipendenti e, in particolare, delle politiche di conciliazione tra esigenze legate alle attività di lavoro e responsabilità legate alla vita privata e familiare. Negli ultimi anni la comunità scientifica è certamente progredita nella comprensione delle complesse problematiche che le persone devono affrontare quotidianamente nel conciliare le proprie responsabilità lavorative con quelle familiari. In tal senso, il lavoro, di matrice prevalentemente organizzativa, ha carattere propedeutico, in quanto mira a ricostruire una sorta di "stato dell'arte" che possa costituire una valida base per tutti quegli studiosi che, a vario titolo e con varie finalità, potranno in futuro essere interessati a svolgere ricerche di carattere maggiormente analitico ed empirico.