Ci sono storie che si insinuano delicatamente nell'anima del lettore, come il profumo di un glicine in fiore che avvolge e seduce. L'albero di glicine di Daniela Di Nuzzo è una di queste: un romanzo che mescola indipendenza e fragilità, sogno e realtà, amore e mistero in un intreccio avvincente e suggestivo. Elisa è una giovane donna che, dopo una dolorosa rottura con Edoardo, decide di prendere in mano la propria vita e trovare la propria strada. Roma diventa il palcoscenico del suo nuovo inizio, con un appartamento all'ultimo piano che le regala una sensazione di libertà e un piccolo rifugio tutto suo. A farle compagnia c'è la fedele Rebecca, il suo cane, e una figura tanto enigmatica quanto affascinante: la contessa, proprietaria della casa e appassionata coltivatrice di glicini. Tra le due donne nasce un legame profondo, quasi materno, un filo invisibile che si dipana lungo la narrazione, intrecciando presente e passato, sogno e memoria. Ma la vita di Elisa viene presto turbata da un'ombra inquietante: un uomo misterioso compare nei dintorni del suo appartamento, insinuando dubbi e paure nella sua quotidianità. Il suo nuovo fidanzato, Paolo, minimizza le sue preoccupazioni, ma Elisa sente che dietro quegli incontri ripetuti si cela un segreto troppo grande per essere ignorato. E proprio quando le domande iniziano a prendere forma, un invito a cena dalla contessa le offre i primi indizi per decifrare l'enigma. Venezia, città che custodisce il passato della contessa, diventa per Elisa una tappa fondamentale per la scoperta della verità. Sarà qui che il passato riemergerà,
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