Ogni volta che si parte per raggiungere una vetta, si mette in conto tanto la fatica di scalare quanto il piacere di osservare il mondo da un punto più alto. In questo romanzo, le cose vanno in modo molto simile, ma la "scalata" non è tanto da ricercare nel contenuto, quanto piuttosto nello stile. Non c'è pausa in questo continuo accadere, in questo ininterrotto evolversi di una vicenda. Che sia una scelta surreale o un vero e proprio flusso di pensieri, il risultato è comunque qualcosa che si trova sopra le righe, tra le pieghe di una letteratura coraggiosa che si appoggia su una storia solida ed interessante. La vita di Ferruccio, architetto italiano, viene segnata profondamente da un'esperienza in Libia, in tempi pericolosi. Lì, dove ha il compito di costruire un villaggio coloniale, incontra anche Assia, splendida donna tedesca che lascerà un solco profondo dentro di lui. Quando la rincontrerà, a distanza di anni, scoprirà dolorosamente una verità che non riguarda soltanto lei, ma il senso stesso dell'architettura e forse anche della vita stessa, quando le due cose vanno a fondersi oltre l'orizzonte del deserto.