Sul crinale, dalla valle, saliva quella bruma ottobrina, un mesto canto accompagnava, quel sapor autunnale, sentile, silenzioso, gravoso nell'animo, qeto, senza rumor, soltanto il trastullar de' passeri, segnava al salir dalla valle, quella nebbia vischiosa, al primo raggio dolce, che il sole riusciva a trapassar. Cadean le foglie ingiallite, come un saluto all'estate lontana, s'adagiavan sul limitare, delle sponde del rio fumante, una dolce nenia, col mormorar de l'aque, a un rinnovar di vita: colori di giallo e rosso, rinnovavan, nel mesto silenzio, l'apparir conturbante, del sottobosco, il danzar de l'ultimi colori, che l'estate ha lasciato, quel profumo, frammischiato di uva, e castagna, un dolce gustar, tra lo scoppiettar di ceppi, gustando, ben presto, la dolce stagione.

Siamo appoggiati a questo pilastro per riposare, abbiamo dato tanto, le nostre lame arrugginite, storte, qualche volta veniamo martellate per continuare il lavoro, ormai altre tecnologie hanno sorpassato quello offerto da noi, fino ad oggi: col nonno, dato la vita a molte persone, abbiamo preparato, il piccolo orto per sfamare anche i più piccoli, in momenti particolari, ma tutto passa e cambia. Vi dobbiamo salutare, ringraziamo chi usandoci ha rallegrato la mensa di tutti e di sempre.

Due personaggi nel parco, immersi nei propri pensieri e nei ricordi del passato. Seduto tranquillamente, arriva un lupo che si accoccola ai piedi. Calmo, si lascia accarezzare. È strano, ma è un esemplare magnifico, e osservava con serenità. Dopo poco tempo, volevo alzarmi e andarmene per i fatti miei, salutando quella magnifica creatura. Ma al mio gesto, un ringhio mi fece capire che era meglio restare. Mi riaccomodai senza problemi. Il lupo si avvicinò ancora di più. Compresi la sua volontà e attesi. Poco dopo, comparve una persona, sembrava uscita da un antico romanzo. Si avvicinò, scusandosi con gentilezza per il comportamento del lupo. Così è iniziata una storia davvero eccezionale, resa possibile anche grazie alla caparbietà del cane.

Una piaga sociale, nessuno osa cambiare, spegne, inesorabilmente, ogni personalità, ogni pensiero, ogni affetto, ogni domani, non puoi combatterla, non puoi vincerla, trafigge, come lama tagliente. Stai morendo, perché sei solo, sconfortato, dilaniato nei tuoi pensieri di sempre, nulla, da pensare, vuoi scappare, il domani lo vedi incerto, peggio del tuo passato, una vergogna sociale: persone che hanno bisogno, un amico lontano, un parente, non costa nulla, una parola, un sorriso, dilaniante questo comportamento. Ricordati uomo, non ripetere questi incivili, tragici errori, non lasciare cadere, nel vuoto quel canto d'aiuto, sentito sulle ali del vento, non lasciare cadere nel nulla l'invocazione, quel grido, di chi vuole un sorriso, un abbraccio.

'Sul crinale, dalla valle, saliva, quella bruma ottobrina, un mesto canto, accompagnava, quel sapor autunnale, sentile, silenzioso, gravoso nell'animo quieto, senza rumor, soltanto il trastullar de'passeri, segnava al salir, dalla valle, quella nebbia, vischiosa, al primo raggio dolce, che il sole, riusciva a trapassar. Cadean le foglie ingiallite, come un saluto all'estate lontana, s'adagiavan sul limitare, delle sponde del rio fumante, una dolce nenia, col mormorar de l'aque, un rinnovar di vita.'

'Ti muovi silenziosa, in un armonico incanto... Due passi di danza, ti avvicini... La fredda mano mi accarezza... Non posso scambiare questo saluto, lo sai. Ma ti sorrido gradevolmente, sulle punte delle dita, un bacio ti mando; fai un passo di danza... Sei felice; un piccolo fruscio nell'aria, siedi vicino. Scruti negli occhi, un sorriso, hai capito... Sei soddisfatta, sei felice. Lo dimostri, facendo un altro giro di danza; quello che a te piaceva tanto, ti fermi... Capisco cosa vuol dire, il tempo è scaduto... Vai tranquilla, sono contento che hai capito... Sono contento quando vieni a trovarmi... Un lieve tocco, un profumo d'addio... Un sorriso, alla prossima; ciao!'

Il mare dei ricordi Sulla spiaggia sei solo, sogni, il gabbiano, è volato lontano, con la tua gioventù, le onde del mare, lambiscono i tuoi pensieri, stai fissando, lo spumeggiare bianco delle onde, pensando, a motivi lontani, passati, persi nel vento, mai ritornati, trasportati da nuvole, nel paese della malinconia. Un'onda febbrile, t'avvolge di felicità, il cuore, sussulta, fremita, si lascia ghermire, dall'improvvisa sensazione, ringiovanito, nei tuoi pensieri ti senti. Per un attimo sorridi, pensi ai momenti di felicità, che ha donato la vita, ritornano nella mente, storie di passione, sulla spiaggia deserta, puoi solo sognare, vedi fantasmi, a revocare il passato, lembi bianchi, che ballano, trasportati, dal gabbiano, partito molto tempo fa, mai ritornato, un passato, ormai lontano, avvolto nella nebbia, forse anche dimenticato, nella silenziosità del tramonto. Ormai hai solo dei sogni da ricordare, come fuochi, che nella notte, pian piano, vanno spegnendosi, con il nuovo giorno, portando malinconia, il tramonto del domani: aspetti ancora il tuo gabbiano, non puoi, non vuoi aspettarlo, cerchi lo scoglio, inutilmente, vedi solo il grande mare, davanti, la mente, vaga, tra flutti e onde spumeggianti.

'L'Ambroseus...Sacucieen...racontan', un'opera di Giancarlo Corti.

'Al castello, superbo domina dagli erti spalti. o Cassano, il tuo bel maniero antico! L'edera su, su per le mura irrompe di ricordanza piena! Tozza s' aderge la mole della torre, che per vedetta tetra vigile sempre, sul piano, che per filar di pioppi via s'appiana solenne! Si snoda intanto il tuo forte fiume, in larghi fianchi di sirena azzurra, e con l' acque sonanti ti ridice li alati, epici canti'

'Claudia e Carla... il mare', un'opera di Giancarlo Corti.

La pallida rosa, diffondeva il suo profumo, guardavi silenziosa, pensierosa, cercavi, lo sguardo suo tra i petali, quella rosa muta osservava...Quale arcano nascondeva? Quale segno, nel profondo degli occhi, forse trovare, nell'abisso dell'azzurro lago, con riflessi di rugiada, il sapore dell'aroma? Ti fissavano quei petali, come occhi, scrutanti, nell'intimo dell'animo, imbarazzante, inebriante, intenso profumo, avvolgeva il volto, lo sguardo del fiore, sembrava dire: 'Lasciami questo profumo, non portarlo via, sei egoista, altri devono passare da qui, sono per la felicità dei bambini, tu sei solo egoista'.

Si giunge alla conclusione che esiste una realtà in itinere nella quale operano svariati meccanismi automatici. Noi siamo uno di quei meccanismi. La realtà non è modificabile nel suo flusso ma una funzione, comune per altro a tutti gli animali, ci consente di assistere a tale flusso senza poterlo modificare .Nessun animale (noi uomini compresi) è in grado di porsi in quella posizione così particolare, cioè nessuno è in grado di percepire quello stato mentale: il brevissimo tempo che trascorre fra tutto ciò che è esterno ai nostri sensi, compresa l'attività neuronale, e il prendere atto della sua esistenza o, in altri termini, la sua consapevolizzazione/coscienza, simula la contemporaneità fra i due momenti per cui ci illudiamo di agire, di pensare, di amare come se fossimo protagonisti. In realtà ci stiamo guardando agire, pensare, amare.

Se deliberatamente ho lasciato nel silenzio, certe notizie, ho capito che possono far ritornare nel passato, ricordi non belli, come possibile nella silenziosa privacy, meglio non mettere cose personali per scritto, poi ognuno i propri pensieri. Parlare in dialetto è un « arte », non certo essere maleducati. Una presentazione dialettale, poesie, racconti e altro. Uno stralcio su opuscoli trovati nei cassetti, scatoloni, della nonna, un poco di tutto, per ricordare momenti, attimi anche di fatti storici. Cambiamenti del borgo, momenti di personaggi, che hanno avuto, l'attimo al passaggio tra queste vie, fermandosi, osservando, la disposizione del luogo. Il dialetto indica la provenienza delle proprie radici, parlare nel proprio dialetto, è una grande eredità, non è maleducazione. Ci sono racconti dal «Novelliere del Nello» Racconti impazziti. Anacronici personaggi di contorno al loro dire non m'interessano. Il signor Lampadini, il signor Lampadari, sono pregati, di non intervenire, al loro dire, per non aver certe notizie di primato, mi dispiace, alla loro nobile ? gura di personaggi, al criticar d'ogni sensazion.

Ho bussato alla porta, nessuna risposta, ho atteso, ma nessun segnale in arrivo, un silenzio ovattato e misterioso, un silenzio, dove tutto è presentimento, lo senti nell' aria il suo motivo, pesante,sublime, smorzato per non fare rumore.... Una grande stanza, vuota, polverosa, un tavolo al centro, con una vecchia valigia di cartone, apro, per osservare, come fosse uno schermo di proiezione di un grande teatro, dove in scena, trovi sempre le stesse cose vissute, poco cambiato, devi aspettare, le nuove riprese che il futuro riserba. Guardo la valigia, il suo interno, la polvere, la grande stanza vuota, ho deciso, il coperchio di cartone,si chiude, esco dalla fredda stanza, chiudo quella porta a cui nessuno aveva risposto al mio bussare, me ne allontano deluso......era solo una valigia di cartone. Difficile descrivere le modalità di questa dimensione, si dovrebbe spiegare prima il motivo, non credo possibile, ognuno creda quello che vuole, non m'interessa le diversità dal mio pensiero, non credo che debba dare spiegazioni, perché chi è ignorante resta sempre in quella dimensione, non evolve nella nuova tecnologia, come intendeva Darwin, mi dispiace, ma sarà sempre un cervello piatto. Non è possibile vivere in questa dimensione, troppa cattiveria, l'incontro con X25, mi ha fatto piacere, ha voluto, farmi conoscere la dimensione diversa di vita, molto piacevole.

Un appuntamento fuori dal tempo, nel romantico passato dialettale, ripercorrendo i lavori, che molti hanno fatto, oggi scomparsi, costituendo una fonte di sostentamento, per le nuove generazioni sono delle vere sorprese. Essendo un borgo di transito, Cassano, molti erano i lavori offerti al percorrere anche le vie del borgo. Ultimo paese della provincia di Milano, confinante, con la provincia di Bergamo e Cremona. 133 metri sul livello del mare, l'Adda, si allarga, salutando il sonnecchiante allungato paese sulle sue rive, ramificazioni che formano il canale Muzza, dove nasce, sotto le mura del castello, passando, per la centrale del Linificio, formando il canale del Pecchio, e, ricollegandosi direttamente, come fare un saluto, ai piedi della fortezza. Il cosi detto: al punt del Pècc, e canal del Pècc. Presentazione di fotografie nuove e antiche, per poter vedere il cambiamento nel corso del tempo.

Scritti, di piccoli momenti di vita, oppure solo di fantasia, con ironia o con simpatia, nel dialetto da non perdere, ricordando anche momenti di esistenza passata, con mescolanza di colture diverse, difficile capire, se esiste un modo definito per scriverlo, oppure, riportando la parola, seconda l’accentatura parlata, si potrebbe percepire degli errori, difficoltà a scriverlo.

L'Ambroeus, personaggio duttile, poliedrico, fa riscoprire, raccontando i lavori, di un' epoca passata, utile per capire, com'era la vita a quel tempo, mestieri scomparsi, che oggi, non avrebbero necessità di esistere. Erano lavori di sopravvivenza, che i nostri nonni, usavano con maestria e abilità, con molta fatica, per portare a casa il mantenimento della famiglia. che molte persone oggi non sono in grado di fare. Tradizioni di pazienza, intraprendenza, tipica vita, nelle numerose cascine, oggi ridotte a lumicino, ormai trascurate che si stanno perdendo, costruzioni secolari, testimoni di vita ormai declinata, civiltà patriarcali, forse, potendo raccogliere queste tradizioni, fanno ricordare il duro lavoro, le grandi miserie, dove esistevano tanti valori positivi, solidarietà umana, con tanta semplicità, gioia del nulla. Anche l'Ambroeus faceva la transumanza, migrazione delle greggi e delle mandrie, possibilmente, usava tratturi come passaggio, sentiero più largo di una normale mulattiera.

'Mi sembra di ripercorrere, quei luoghi, quelle mete che vedevano il susseguirsi di persone indaffarate nelle loro quotidianità, sia che dovevano rimanere nei quattro muri di una bottega, oppure circolavano con mezzi diversi, recuperando i ricordi del passato, di essere parte di quel mondo, dove la semplicità, dove le tradizioni venivano tramandate da sempre, oggi, sembrano anomalie del presente e del futuro. Mi piace andare in quelle strade polverose di campagna, pensare a un certo tipo di lavoro, immedesimarsi in quel mondo, entrando nei cascinali ormai disabitati, sembra di rivivere la quotidianità delle famiglie di allora, le grida, i rimpianti, la gioiosità, con tutta l'armonia di quel mondo. Dove l'uomo sta al centro nella sua quotidianità, nel suo lavoro, nella sua cultura, al centro della cascina, al centro di tutto, i lavori che potevano essere inventati per l'utilità del suo benessere. Oggi, tanti lavori sembrano ridicoli, ma per quei tempi, anche una piccola insignificante operazione dava il suo frutto. Una ricerca attraverso l'aiuto di persone, visitare musei, aiuta a capire molto sulla vita del passato, forse pensando di vivere con responsabilità per il presente, pensando di costruire positivamente il futuro. Un particolare ringraziamento alle persone che hanno collaborato con pensieri, parole e altro, per aver dato la possibilità di presentare questo libro.' (L'autore)

Questo volumetto non ha la presunzione di essere un'antologia di poesie, ma solo una raccolta di appunti e pensieri, nati dalla quotidianità della vita, di volta in volta, ispirati a un ricordo, a un'emozione a uno stato d'animo, in ricordo dei miei genitori.

Nel 2009 Carlo è ormai un affermato oncologo e ricercatore, Stefania una giovane infermiera con un luminoso futuro davanti a sé; lavorano insieme, collaborano proficuamente e tutto sembra andare per il meglio. Improvvisamente per Stefania arriva una diagnosi inaspettata e terribile ad oscurare questa tranquillità, una diagnosi che porta il medico a fare di tutto per trovare una terapia efficace alternativa alla chemio, e l'infermiera a lottare per la propria sopravvivenza, passando suo malgrado dall'altro lato della barricata. Il racconto, narrato in prima persona dai due protagonisti, dimostra come coraggio, impegno e caparbietà siano i motori trainanti della continua ricerca di nuove soluzioni.

Revelo (dal lat. revelare, «togliere il velo»); termine che ci è sembrato il migliore per battezzare questa nostra prima e piccola opera. Agli occhi dei più può sembrare un titolo come un altro, un libro come un altro, di un autore come un altro ma esso racchiude in sé un significato tanto grande quanto importante. Il nostro compito non è stato semplicemente quello di spiegare un'immagine, ma si è cercato di svelarla strappandone quasi il senso. La nostra tesi è stata quella di educare, non di istruire, lo studente. L'equilibrio della natura, in cui noi siamo inseriti come attori di un grande teatro, è precario ma essenziale per vivere. Oggi siamo tempestati da immagini, tanto che la nostra società vive di esse cadendo, purtroppo, nell'immagine come eidolon. Il libro non vuole essere un compendio moralistico ma un vademecum, un aiuto volto a spronare il lettore a prendere decisioni coraggiose, scomode.D'altra parte il rischio fa parte della nostra esistenza.

Le supernovae rappresentano la fase esplosiva che conclude la vita di alcuni tipi di stelle, che si caratterizza per l'enorme energia liberata, molto maggiore di quella emessa dal Sole in tutta la sua esistenza: per molti giorni, la luce emessa da una supernova può superare quella dell'intera galassia ospite ed è quindi paragonabile a quella di centinaia milioni di stelle. Uno dei fenomeni più affascinanti e per certi aspetti ancora misteriosi del cielo è attualmente alla portata degli astrofili, che anche con una modesta attrezzatura, ma armati di molta pazienza, possono accostarsi a questo campo di ricerca, in cui possono trovare molta soddisfazione e perfino dare un contributo all'astronomia professionale. Questo manuale vuole essere un riferimento per chiunque voglia addentrarsi in questa attività, sulla base della lunga esperienza degli autori: dopo una breve storia della ricerca delle supernovae, illustra le teorie sulle quali è basata questa ricerca, affronta le metodologie di ricerca e di verifica, spiega come e dove comunicare i risultati delle osservazioni. Con l'augurio che la lettura possa stimolare molti amanti del cielo a impegnarsi nella ricerca delle supernovae, che ci avvicina potentemente ai misteri dell'Universo e delle nostre origini.

Il volume raccoglie quattro storie di soldati prigionieri del Terzo Reich in Germania e negli altri territori occupati dai tedeschi negli anni 1943-1945, la cui esperienza è meno nota rispetto a quella degli ufficiali e meno frequentemente affidata alla scrittura. Gli scritti raccolti sono estremamente diversi per tipologia e per la vicenda che testimoniano. Quello di Carlo Calzà è un diario scritto giorno per giorno su supporti diversi, a testimonianza della condizione di precarietà in cui avviene la scrittura: due piccole agende, dei fogli ripiegati e, infine, un calendarietto tedesco annotato a matita. Il testo di Claudio Busolli è una memoria, scritta per intero in prigionia con sguardo retrospettivo. Lettere sono quelle scritte alla madre da Fernando Manfredi dai lager di Macedonia e di Croazia e quelle di Arturo Cortiana, emozionanti documenti sulla violenza della prigionia. Gli autori sono tutti accomunati dalla condizione popolare, dalla predisposizione all'impegno nella vita sociale, dalla formazione cristiana.