Raccolta di poesie.

Angelo Maria Consoli, sacerdote Catanese, che esercita la sua opera a Bellegra in provincia di Roma, autore di romanzi, questa volta ci immerge nei sentieri della sua anima con la sua nuova silloge poetica.

Irrompe come un pugno nello stomaco il corpo del piccolo Aylan, che il poeta 'canta' assopito sulla battigia; che invece già in un sonno di morte qui sulla spiaggia, dove doveva solo costruire castelli di sabbia, corre nel cielo ridente a vegliare sull'esodo di tanti bambini, con le guance velate di lacrime che dita materne non sanno asciugare. Come pure in quella sera di maggio si schianta colpita da dardo infuocato e uscita di strada l'acerba vita dal cuore in tumulto di un giovane, corpo perfetto. La poesia sa trasfigurare fatti di cronaca che mettono al muro il nostro pensare e gli danno orizzonti infiniti.

'È un percorso che si abbevera al desiderio di conoscenza, quello qui affrontato da Angelo Maria Consoli, in un procedere rapsodico e per certi versi imprevedibile: in questi Pensieri disposti ad essere scomposti è insito anche il contrario, ovvero la volontà dell'autore di ricomporre i frammenti del proprio pensiero per andare a raffigurare il mosaico del suo universo poetico. Un universo particolare, soprattutto per quel taglio a metà tra la confidenza e il sussurro, per quel modo di porsi accattivante ma anche coraggioso, per quell'essere sempre in bilico tra materia e spirito.' (dalla prefazione)

La vita è fatta di bagliori e penombre, di luci confortanti e chiare e di soffuse mestizie, mescolate a sopportabili dolori e a teneri amori. La luce irrompe dalla storia di un uomo che ha segnato di sé il mondo, dal meraviglioso passato che lo ha preceduto e dalle trame umane in cui si è sempre inscritto e che, rispettando la libertà di tutti, ha saputo trasformare in aneliti infiniti. È, a prima impressione, nel leggere le belle poesie dell'autore, la soffusa storia di Gesù, proposta con la delicatezza del linguaggio poetico, la sua profondità, i suoi misteri arcani, i suoi drammi profondamente umani e mai orientati o abbandonati alla disperazione. L'inizio struggente, oltre che tragico, parte dalla storia di un uomo, che può essere ciascuno di noi, stregato da trenta denari ieri come oggi, non disperato, né abbandonato se è vero quel 'sorriso lieve sulle labbra ormai gelate' che apre a un futuro di redenzione se non di riscatto personale.

'La natura è sempre presenza di un oltre che accarezza e protegge, che libera dalle 'tristi paure', l'amicizia è forza per 'segrete fragilità', le favole sono fuga da 'notti fredde e buie', la piazza della città è 'scrigno prezioso di stili e di preci', la fede è una risorsa assoluta, fatta di persone, non di idee, che non si stancano mai di 'bussare al nostro cuore'.'' (dalla prefazione a cura di S.E. Mons. Domenico Sigalini)