Ina Boudier-Bakker, scrittrice nata ad Amsterdam, visse il trasferimento a Vianen, dove suo marito fu nominato direttore delle Poste, come un esilio. La piccola comunità era raggruppata intorno alla Voorstraat, la strada principale che va dalla chiesa gotica a una delle porte urbane, collegando l'inizio e la fine della città. Qui abitavano i notabili: il sindaco, il pastore, il segretario e altri, che intrattenevano relazioni sociali regolari. I signori si incontravano al circolo, le signore si riunivano il pomeriggio per il tè o, la sera, per un bicchierino di advocaat o di liquore. Era un mondo trasparente, dove ognuna - signora, signorina o moglie - conosceva il proprio posto, dove 'posizione' era sinonimo non soltanto di 'civiltà' ma anche di 'bene', e le relazioni sociali consistevano più che altro nel rispettare i cliché della convenienza. In qualità di consorte del nuovo rispettabile acquisto della Voorstraat, Ina Boudier-Bakker era tenuta a partecipare a questa vita. In un primo momento lei assolse i suoi obblighi sociali, ma presto ne ebbe abbastanza dell'atmosfera e del contenuto di quelle visite a persone che considerava grette, snob e superficiali.
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