E se sbarcherò all'inferno ritroverò tutti gli eretici. Martino, Bruno, Uberti e Cavalcante staremo gagliardi e allegri e del vivere del mondo rideremo matti di lontano, dal sesto cerchio, un pò fuori mano.

Dalla parte di Pilato è una pièce la cui nutrice la collazione di due racconti uno dello stesso Belocchi, Le mani di Pilato, che nacque nell'ambito di una iniziativa editoriale di Maria Letizia Avato, una raccolta di autori vari ispirata alle quattordici stazioni della via crucis. Belocchi scelse per sé la prima, 'il processo' e con l'acribia degna di uno storico o di un filologo agguerrito si mise sulle tracce di Gesù attraverso le fonti, a partire da quelle canoniche: Flavio Giuseppe, Tacito, Svetonio, Filone di Alessandria e poi i Vangeli e gli Atti di Pilato. E in questa sua ricerca, inevitabilmente, si imbatte nel famoso racconto di Anatole France, il procuratore della Giudea, nel quale Lucio Lamia già esule in Galilea ai tempi di Pilato e suo amico, lo ritrova anni dopo a Baia presso Napoli e trascorre con lui una intera serata nella villa di questi. Belocchi giocando la carta di ribaltare il finale sorprendente, del bellissimo racconto di France, con una sorta di 'esercizio di stile' ne prosegue l'andamento, confermando quel modello. L'adattamento risulta dunque del tutto agevole e perfettamente funzionale.

'... vi siete impegnato molto, tutta Parigi può riconoscerlo, siete stato davvero un funzionario zelante: avete perfino fatto costruire il muro che circonda la città allo scopo di impedire ogni evasione dei dazi. Così i poveri contadini già vessati dallo Stato, mentre prima con le loro merci potevano riuscire a passare il confine inosservati, per merito vostro, cittadino Lavoisier, cadevano inesorabilmente nelle grinfie del fisco. I miei complimenti: un'opera davvero illuminata, nello spirito di fratellanza.'

'Nel riferire di questo testo di Marco Belocchi su 'Saulo di Tarso', posso citare anche l'esperienza di averlo visto in scena. Quest'esperienza ha preceduto quella della lettura e ha prodotto l'impressione - che la pagina ha poi confermato - di una epicità leggera e perfino delicata, che il tema San Paolo sembrava rendere addirittura non possibile.' (Mario Prosperi)

Belocchi, come scrive Francesco De Girolamo nella sua introduzione, riesce a far sì che la forma, la sua cifra stilistica, sia in assoluta sintonia con la portata del contenuto 'morale' dei versi. Un libro di vera poesia, insomma, questo di Belocchi, utile, 'necessaria', personale, mai prevedibile, mai 'epigonica' come testimoniano questi bellissimi, esemplari versi tratti dalla poesia 'L'ora blu': 'Qui tutto si trasfigura ed ombre e sogni e desideri e incanti vagano liberi di essere amanti di tutto quello che offre natura'.