Proverbio popolare toscano. 'I discorsi li porta via il vento; le biciclette, i livornesi'. Durante il settennato della sua presidenza della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi è arrivato a Livorno in visita privata, approfittando del novantesimo compleanno di una zia adorata. La città gli ha tributato gli onori che si debbono ai figli prediletti, con lo slancio sincero da riservare agli amici più cari. Un giorno intero trascorso nei luoghi della gioventù, fra volti da tempo noti, strade molte volte percorse passo dopo passo, e tantissima gente osannante, disposta a manifestargli devozione e affetto. Circondato dai familiari, fuori dall'ufficialità, anche un pranzo ai tavoli della Barcarola, per tornare ai sapori mai dimenticati. Insomma, il ritorno a casa di uno di noi. La cronaca avrebbe dovuto sottostare, almeno per un giorno, a questo rito tanto solenne, seppure così semplice e naturale. Niente da fare: nel suo quotidiano cinismo, la cronaca non ha avuto questa elementare delicatezza. A margine dell'annuncio della giornata 'tutta livornese' trascorsa dal capo dello Stato, la notizia del furto di 150 biciclette. Involontario e casuale accostamento di due eventi che ci ha portati, dritti e filati, al popolare e malizioso proverbio toscano.

Lo aveva detto: «Dopo la Juventus e l’Inter non allenerò più una squadra di club». Il sogno di Lippi era la Nazionale. Quel sogno realizzato ora non è soltanto suo, è anche nostro, perché l’Italia del calcio vive da troppo tempo nel ricordo del suo terzo titolo mondiale, che è anche l’ultimo, vinto nel lontano 1982. È trascorso quasi un quarto di secolo dal trionfo di Madrid, e ciò significa che un’intera generazione non ha vissuto i giorni di quell’italico tripudio popolare. Da allora, uscito di scena Enzo Bearzot, ci hanno tutti provato invano. Marcello Lippi vuole giocarsi le proprie carte, facendo tesoro delle sue esperienze più importanti: quelle alla Juventus che furono positive e quelle, meno esaltanti ma formative, vissute nella breve permanenza all’Inter. Lippi è il principe azzurro delle speranze di un intero paese, compattato da un tifo senza divisioni campanilistiche. Questo volume è l’ideale seguito il completamento del precedente Lippi, un uomo in trincea, con un dettagliato esame dell’impegno, delle prospettive e delle ambizioni del commissario tecnico che, subentrato a Trapattoni, si è riproposto di fondare una nuova Italia. Vediamo come e perché.