Ricordando che il diciassette gennaio è la giornata dedicata al dialetto, ho pensato di comporre alcuni versi in vernacolo per evocare e custodire le parole più antiche e dimenticate della parlata trivignese. Parole ormai cadute nell'oblio della storia e lasciate indietro dal tempo che avanza. Ho scelto di non commentare i versi, ma di tradurli alla lettera perché ogni parola è un autentico scrigno di conoscenza e custodisce un tesoro di inestimabile bellezza. Inoltre affascina serbare memoria dei nostri avi attraverso le parole antiche, sembra di udire le loro voci, di vedere i loro gesti quotidiani persino i loro visi talvolta allegri e avvolte rassegnati e stanchi.
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