Storie poco o mai raccontate dell'Inter di Massimo Moratti, da metà anni Novanta fino all'inizio dell'era Zhang. Storie di un cronista che per tutto questo periodo ha seguito quotidianamente la squadra e il suo presidente in giro per il mondo, strappando notizie, confidenze, sensazioni, retroscena, aneddoti. Da Ronaldo a Icardi non c'è personaggio passato all'Inter in questo periodo con il quale l'autore, come inviato del Giornale, non abbia avuto un rapporto. Tanta Inter e tanto calcio italiano, evitando temi scontati e agiografia. Il libro, basato unicamente sull'osservazione personale, è anche un'opera sul giornalismo sportivo vissuto in prima linea: i segreti per dare un buco ai concorrenti, le caste all'interno dei cronisti, i rapporti di alcuni con i club e le piccole miserie a cui si ricorre per riempire una pagina. Nei 250 capitoli passano e ripassano centinaia di personaggi, ma soprattutto José Mourinho: allenatore e uomo speciale, che a Claudio De Carli ha spesso regalato le sue parole più sincere.

Un serial killer, uno slavo che dice di aver giocato in Champions League e ha una moglie zoppa, un topo da appartamento, un ex Primavera del Napoli, tre fratelli che entrano e escono da San Vittore, un ragazzo dai capelli lisci, un paio di paranoici, un masticato dall'epatite, le nostre donne e i nostri genitori. La Cop siamo noi, vent'anni e facciamo solo tornei serali, roba dura. La Cop è la nostra storia pulita, un delirio che ci tiene assieme contro gli acari, i radicali liberi e tutta la merda che ci sta attorno. Noi quando si va in giro la gente ci guarda, io sono il capitano della Cop, la tengo assieme a modo mio e questa è la nostra finale al Pinksbrau, un'ora e mezzo dalle parti del paradiso.