'Voglio abbracciare il vento' è quanto di più intimo si possa cogliere dal cuore di un padre che ha scritto queste pagine ascoltando la voce non vocale del proprio figlio autistico, Manuel. In questa narrazione è lui, Manuel, che rivela di se stesso, della sua infanzia, delle difficoltà, ma anche delle gioie ricevute e date, e di un futuro chiuso nel suo mondo. L'autismo, questa 'cosa' misteriosa e ancora sconosciuta e che si presenta sotto diverse forme, Piero Cresci ce la racconta tra fatti veri, talvolta ironici, molto ironici ma che fanno conoscere al lettore questa realtà.

La piccola Beatrice è scomparsa nel nulla. Veronica, sua madre, è distrutta, ma il dolore si trasforma in autentico terrore quando una piccola busta rivela la verità: Lorenzo, il padre della bambina, fuggito prima che lei nascesse, è tornato a riprendersela. Accanto alla scioccante dichiarazione, qualcosa di molto più inquietante: non chiamare la polizia, altrimenti la ucciderò. Di fronte a questa totale mancanza di alternative, l'unico aiuto giunge inaspettatamente da Aurelio, un uomo che Veronica frequenta da qualche tempo e che svolge segretamente una professione quanto mai adatta alla circostanza. Presto emergeranno particolari agghiaccianti sul rapimento: Lorenzo è coinvolto da tempo nel traffico di organi e sembra che Beatrice sia la prossima bambina ad essere smembrata e rivenduta come parti di ricambio per facoltosi. La caccia all'uomo rivelerà che altre persone, spaventosamente vicine alla stessa Veronica, giocano un ruolo importante nella vicenda.