Un diario di viaggio che ripercorre il cammino che l'autore ha compiuto dalla Bassa Romagna alle cime più alte dell'Appennino imolese, in una riscoperta di luoghi e di mondi a volte perduti.

Il fotografo Paolo Guerra si colloca nell'ambito del neorealismo italiano con una produzione di alcune migliaia di fotografie che ricostruiscono con originalità e immediatezza la vita quotidiana di un luogo preciso e definito come la città di Lugo, nella bassa provincia romagnola vicino a Ravenna, in un arco di tempo che va dal 1946 al 1959. Da quei reperti esce un mondo diverso, una comunità frastornata, complessa e rivolta al futuro, piena di passioni contrastanti e animata da un poderoso desiderio di riscatto dopo la tragedia della guerra che sconvolse anime, corpi e territori: uomini, donne, bambini, feste, sport, matrimoni, processioni religiose, manifestazioni politiche, funerali, niente sfuggì a Paolo Guerra della comunità nella quale viveva. Questo piccolo 'fotografo di strada' con la sua Leica appesa al collo girò per il territorio circostante a cavallo della sua moto riprendendo tutto quello che i suoi occhi coglievano, come fecero gli attenti occhi dell'eroe pilota lughese Francesco Baracca sul suo piccolo aereo durante la prima guerra mondiale.