In questi racconti l'autrice parla delle molte forme che può assumere l'amore, e lo stesso titolo rivela le intenzioni nascoste tra queste righe: abbracciare e stringere a sé tutto ciò che si è amato, conservarne la memoria visiva, quasi reale, raccogliere i ricordi di tutto ciò che è rimasto e rimane e alla fine l'intera esistenza, considerata nella sua pienezza, che è fatta anche di dolore, di assenza e di abbandono. Un abbraccio che coinvolge tutti gli esseri umani che si sono incrociati nella propria esistenza, ma anche le cose che hanno fatto parte di noi: la casa, il giardino, i momenti più magici della natura, in un abbraccio che si trasforma alla fine in un ringraziamento alla vita.

Un romanzo fatto di viaggi dall'Europa al resto del mondo, un lungo e talora entusiasmante percorso narrato dall'autrice attraverso ventidue racconti uniti da un'unica trama esistenziale. È un romanzo che si svolge su due piani, quello nella realtà dei luoghi visitati o 'viaggio reale' e quello interiore dominato dalla memoria, da un pensiero che continuamente s'interroga e da un'accorata riflessione psicologico-affettiva. In tale dimensione, l'autrice tende a supera il soggettivismo dell'io narrante al fine di pervenire a un'universalità spinta sino alla metafisica.

Il cancello chiuso, metafora del destino d'esclusione subito da generazioni di donne, narra con una scrittura che è nello stesso tempo tersa e leggera, disincantata e teneramente ironica, vicende che diventano dramma. Dal Mugello, luogo reale e dell'anima, si passa alla macrostoria attraverso le voci di una madre e di una figlia all'ombra di un'oppressiva figura maschile.