Cosa succede alle donne che lavorano in un paese che fatica a conciliare una cultura tradizionalista con le esigenze di un'economia globalizzata? In questo vivido ritratto della società egiziana, reso con grande precisione e approfondito da due anni di full immersion nel paese, Leslie T. Chang segue l'esperienza di tre donne che con tenacia e perseveranza vivono e lavorano in un contesto che spesso ne ostacola i progressi esistenziali e professionali. A causa delle forti oscillazioni della politica economica, di un sistema educativo in crisi e di un sistema familiare in cui le aspettative matrimoniali sono ancora molto conservatrici, le storie di Riham, Rania e Doaa mostrano il difficile e precario equilibrio a cui sono costantemente costrette le donne egiziane. L'autrice osserva con i propri occhi i rischi e i pregiudizi a cui sono esposte, intrecciando alle loro storie quella di un intero paese e degli eventi che l'hanno plasmato: i tempi di una gloriosa industria manifatturiera, della colonizzazione e dell'indipendenza, la diffusione dell'islam e un secolo di sconvolgimenti politici e di promesse di liberazione fin qui sostanzialmente tradite.

Che cos'è Donguan? Una città, verrebbe da rispondere, se il termine non si applicasse solo per difetto a un enorme agglomerato di fabbriche, collegate da una rete di tangenziali che non contemplano il passaggio, o anche solo la presenza, di pedoni. Ma perché a Donguan arrivano ogni giorno, dalle sterminate campagne di tutto il paese, migliaia di ragazze? Qui la risposta è più semplice: intanto perché le braccia delle giovani donne sono le più ambite, nel mercato del lavoro cinese, e poi perché una ragazza, in un posto come Donguan, può realizzare il suo sogno, l'unico apparentemente concesso, in Cina, oggi: fare carriera. Certo le condizioni di partenza sono durissime: turni massacranti, paghe minime, il tempo che avanza al lavoro reinvestito nell'apprendimento coattivo di quei rudimenti di inglese senza il quale una carriera non può avere inizio. E come alternativa, una bella serata fra colleghe al karaoke aziendale. Ma le ragazze di Donguan - e in particolare le quattro che Leslie T. Chang, in questo suo reportage, ha seguito per anni sono disposte ad accettare tutto: un nomadismo incessante; relazioni personali fuggevoli, ma irrinunciabili; e una vita interamente costruita intorno al possesso di un unico bene primario, il cellulare. Sembra l'anticipazione di un incubo futuribile, ed è invece solo una scheggia di un presente parallelo al nostro, e molto più vicino di quanto vorremmo sperare.

An eye-opening and previously untold story, Factory Girls is the first look into the everyday lives of the migrant factory population in China.


China has 130 million migrant workers—the largest migration in human history. In Factory Girls, Leslie T. Chang, a former correspondent for the Wall Street Journal in Beijing, tells the story of these workers primarily through the lives of two young women, whom she follows over the course of three years as they attempt to rise from the assembly lines of Dongguan, an industrial city in China’s Pearl River Delta.

As she tracks their lives, Chang paints a never-before-seen picture of migrant life—a world where nearly everyone is under thirty; where you can lose your boyfriend and your friends with the loss of a mobile phone; where a few computer or English lessons can catapult you into a completely different social class. Chang takes us inside a sneaker factory so large that it has its own hospital, movie theater, and fire department; to posh karaoke bars that are fronts for prostitution; to makeshift English classes where students shave their heads in monklike devotion and sit day after day in front of machines watching English words flash by; and back to a farming village for the Chinese New Year, revealing the poverty and idleness of rural life that drive young girls to leave home in the first place. Throughout this riveting portrait, Chang also interweaves the story of her own family’s migrations, within China and to the West, providing historical and personal frames of reference for her investigation.

A book of global significance that provides new insight into China, Factory Girls demonstrates how the mass movement from rural villages to cities is remaking individual lives and transforming Chinese society, much as immigration to America’s shores remade our own country a century ago.