Phoebe è una ragazza di 25 anni, unica sopravvissuta della sua famiglia in seguito all'attacco del World Trade Center di New York. Dopo 19 anni dall'attentato decide di tornare a Seoul, da sua nonna, nella sua città natale. Durante la ricerca di un lavoro, Phoebe fa la conoscenza di Taekwon, un bambino di 5 anni molto educato e dal comportamento particolare. In seguito conosce anche suo padre, Taeyang, proprietario di un'azienda di cosmetici che le offre un lavoro come babysitter di Taekwon. Tra i due adulti nasce subito una certa sintonia, resa più semplice dal legame creatosi immediatamente tra Phoebe e Taekwon, che soffre l'abbandono della madre e dal cui trauma è scaturito il rifiuto della figura femminile. Phoebe però sembra l'unica in grado di avvicinarlo e aiutarlo a superare il suo evento traumatico. I problemi arrivano quando la mamma biologica di Taekwon ritorna con prepotenza nelle vite dell'ex fidanzato e del figlio, arrivando a sconvolgere il delicato equilibrio creatosi tra Phoebe e Taeyang.

Phoebe è una ragazza di 25 anni, unica sopravvissuta della sua famiglia all'attacco delle Torri Gemelle e dopo 19 anni dall'attentato, decide di tornare a Seoul da sua nonna, nella sua città natale. In cerca di un lavoro, fa la conoscenza di Taekwon, un bambino di 5 anni molto educato e particolare e in seguito, conosce anche suo padre Taeyang, il proprietario di un'azienda di cosmetici che le offre un lavoro come babysitter di Taekwon. Tra i due adulti nasce subito una certa sintonia, aiutata soprattutto dal legame creatosi tra Phoebe e Taekwon che soffre l'abbandono della madre tramutato in un rifiuto della figura femminile. Phoebe però sembra l'unica in grado di avvicinarlo e aiutarlo a superare il suo trauma. I problemi arrivano quando la mamma biologica di Taekwon, ritorna con prepotenza nelle vita dell'ex fidanzato e del figlio, arrivando a sconvolgere l'equilibrio creato tra Phoebe e Taeyang.

Comporre nella misura di un breve haiku non è solo assecondare una pura folgorazione, ma tentare di costruire una forma, un piccolo cesellato origami intorno ad un'intuizione lirica che combina insieme la visione estemporanea di un paesaggio esterno, o anche di un dettaglio, e la risposta del sentire interiore che ne viene rapito: chi scrive non cerca se stesso, ma solo una forma adatta a contenere quel momento. Occorre spostare il baricentro dall'io-lirico e lasciare che la parola sia accarezzata dallo spunto esterno: da un albero, da una luce, dal profilo di una montagna, dall'incresparsi della luce sul mare, o anche dal microcosmo di uccello, di un riflesso sul vetro. La poesia nasce come risposta della parola a questa carezza.