Pubblicato per la prima volta nel 1945, 'Carmine o della pittura' inaugura la cosiddetta 'Tetralogia di Elicona' con un dialogo dedicato alla pittura. Brandi riconduce l'opera d'arte al concetto di forma, ricostruendone la genesi spirituale fino alla sua identificazione finale con la coscienza stessa. La riflessione dà luogo a un'analisi fenomenologica dell'atto creativo, che traccia l'origine dell'opera d'arte attraverso le due fasi centrali della 'costituzione dell'oggetto' e della 'formulazione dell'immagine'. La comprensione di questi concetti è essenziale per definire i criteri attraverso cui giudicare il valore dell'opera nell'atto critico. L'esperienza dell'arte e la formulazione del giudizio critico danno così spazio, nelle pagine del 'Carmine', a una profonda meditazione filosofica.
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