Una storia di formazione e di crescita. Un diario, che parte dall'adolescenza, i primi amori, gli amici, la scuola, il liceo, l'Università. Il racconto del fallimento di una generazione. A fare da sondo al tutto, un quartiere di Roma, Cinecittà, dove la vita era diversa prima che la modernità entrasse nella vita dei suoi abitanti.

Sei storie completamente slegale l'una dall'altra, tenute però insieme da uno stesso comune denominatore: l'esasperazione. Dario inanella mortificazioni ed esclusioni da una vita intera; Maria Chiara ha una figlia gravemente malata; Carmela è un poliziotto integerrimo; Giampiero vive da troppi anni in una struttura sanitaria; Federica è alla terza esperienza matrimoniale; Giada è una giovane madre rimasta vedova troppo presto. Un giorno, ognuno di loro, decide che è arrivato il momento di dire basta. Prefazione di Michele Santeramo.

Tutto appare dolcemente predestinato, per Matilde: sembra quasi che la morte dei genitori naturali sia il preludio ad una vita più vera, più forte, più salda, grazie ad un dolore avuto, ma non vissuto, data la sua tenera età...

Un'implosione, un boato improvviso che lacera e frantuma i muri portanti di un castello pazientemente costruito nel tempo. Tutto sembra essere sul punto di nascere e naufragare, sorgere e morire, ma il tempo, le coincidenze, la ragione e la paura ricompongono, con la stessa veloce voracità, quanto sembrava abbattuto. Giovanni riprende la sua strada, come se nulla fosse stato: la moglie, i figli, il lavoro, le aspettative, i sogni, i ricordi; Roberta imbocca la sua, riuscendo finalmente ad asfaltarla. Intorno tutto resta muto e immutato, invecchiando solo un po', lentamente e con grazia.