'Dario Pece dedica le sue Poesie romanesche a Trastevere, il cuore della romanità, il nodo palpitante di tutto il mondo concettuale che ruota attorno a quello che è la Roma vera, genuina, lontana dalla perfetta bellezza dei palazzi e dei ministeri. La scrittura di Dario Pece abbraccia invece non la ragione di una città che ha molte facce e molti colori, ma il punto di vista del popolo, della gente semplice, schietta e disincantata come solo può essere chi da più di 2000 anni siede sul tetto del mondo, e ne ha viste di cose passare. Proprio per questo, reinterpretando quello spirito, la poesia di queste pagine è lieve e talvolta canzonatoria, ma senza perdere il suo carattere di critica sociale.' (dalla prefazione)