Poesia naïf che naviga entro un velo sotterraneo, lasciata libera da impegni intellettualistici che l'avrebbero snaturata. È pura essenza poetica, quasi un'efflorescenza naturale, che si svolge, che si fa 'motu proprio' e cresce come una vegetazione spontanea, nata nell'intimo del sentire, del farsi con i versi che scorrono come un'acqua libera, che sgorga pura dalla sua sorgente. Non sono assenti le assonanze, i ritmi che calano dall'alto, dal verso ridotto al minimo, che scivola, che rotola come da una cattedrale gaudiana. Non sono assenti neppure gli interrogativi esistenziali entro cui nuota il nostro intimo, incapace di darsi una risposta. L'autore rivive sentimentalmente tutto questo magma naturale, che ha una forza propria senza un perché. (L'Andrea nominato nella lirica n.3 è il poeta Andrea Zanzotto).

Sono pensieri, divagazioni, spunti, analisi inquietanti che cercano di sondare il nostro tempo percorso da eventi che ci ricordano che le nostre libertà sono continuamente minacciate da vecchie ideologie, che già affondarono una prima volta la nostra civiltà e che ora si riaffacciano per minare le fondamenta solide degli ultimi secoli, quelle basate sui principi illuministici. Certe teorie universalistiche illuminano lo sfondo in cui si annida questo 'cupio dissolvi' di tanta parte dell' intellighentia europea, che più o meno consapevolmente ci traghetta verso il tramonto dell'Occidente. Sono, queste pagine, domande, riflessioni puntuali, visioni di quei tratti da cui trae vigore quell'humus che sta erodendo con la sua pervicace penetrazione il nostro mondo delle libertà. Sono, infine, riflessioni su cui l'autore invita il lettore a soffermarsi per porsi degli interrogativi.

D'impulso mi sono venute queste pagine che fanno scorrere gli eventi che in qualche modo mi hanno coinvolto. Non sono il frutto di appunti, note stese a suo tempo su questo o quell'avvenimento in cui mi sono mosso portato dal vento del fluire del tempo. Sono solo dei sedimenti lasciati nel mio io dagli accadimenti. Questa non si può dire un'autobiografia, ma semplicemente delle linee di un percorso. Di questo con sincerità ho tratteggiato i punti da me vissuti sentimentalmente, senza dilungarmi su aridi fatti, che nulla dicono al mio sentire.

Con una prosa spigliata, l'autore descrive la serie dei suoi viaggi déroulés entro un arco di tempo più che ventennale, dai primi sconfinamenti nei paesi di confine alle lontane plaghe dell'Europa. Sono sequenze caleidoscopiche, accattivanti quelle che ci vengono offerte quasi con nonchalance dall'autore, che, però, ha l'occhio attento e la nota precisa che folgora l'attimo della visione. Scorrono nel tempo questi viaggi in terre lontane raggiunte per lo più con rombanti vettori che solcano gli spazi navigando tra le nubi. A volte pianure sconfinate vengono attraversate al ritmo monotono di un pullman. Al lettore vengono inoltre offerte visioni di cattedrali, di manieri, di palazzi di città ferme nel tempo e dall'aria d'antan o visioni avveniristiche che sembrano forare il futuro. È il senso di appartenenza al mondo dell'Europa che unifica questo variare continuo di paesi visitati e amati, dalla Grecia del mito classico, alla Francia dei lumi, da cui l'autore si sente sentimentalmente coinvolto, alla Spagna dal senso cupo dell'esistenza fino alla Russia del grande sogno socialista.

'Minareti, moschee, sinagoghe, luoghi sacri del culto cristiano scorrono sotto l'occhio del lettore che resta avvinto dalla verve di queste pagine tutte inondate nella full immersion del disincantato autore sotto la cui lente fa capolino un mondo incagliato fra le remore di un monoteismo rigido, fossilizzato, incapace di cogliere il calore della modernità.'

Dietro la pseudo cultura d'avanspettacolo che ha invaso la scena della nostra realtà quotidiana, ferita da un falso buonsenso che colora spesso i media e le proposte intellettuali di una decadente intellighenzia, trova posto qui un ripensamento dei dati che ci sono pervenuti e che hanno bisogno di essere sezionati col crivello della ragione. Questi pensieri, piccole trame per un'analisi più puntuale, sollecitano il lettore ad una revisione seppur parziale della nostra Weltanschauung. Proposta che si raccomanda a lettori di formazione laica.

I racconti qui proposti sono il riflesso delle immagini che vengono proiettate dallo specchio ormai incrinato di una certa società opulenta, frenetica, dal capitalismo popolare che mostra i suoi limiti nella mancanza di auto-ironia e di introspezione catartica. I personaggi, immaginati ma di riscontro, ondeggiano tra un piano onirico e intellettuale e quello della realtà, da qui l'ironia che vi serpeggia costante, quasi impercettibile che dà il tono a questo divertissement.