Cronaca romanzata del soggiorno a Londra di John Henry Mackay nel biennio 1886-87 con descrizione del pensiero anarchico individualista.

'L'operaio ha contro di sé tre grandi nemici che deve conoscere e vincere: i politicanti, i filantropi e se stesso. Tu che aspiri all'autonomia illimitata dell'individuo, sai bene che l'uomo libero non può appartenere che a se stesso. L'anarchia è un sistema sociale in cui nessuno s'immischia negli atti altrui; ove la libertà è indipendente dalla legge; ove il privilegio è sconosciuto; ove la forza non è l'ispiratrice delle azioni umane. Che cos'è il popolo per il ricco? Il popolo non è né più né meno che una macchina, uno strumento di lavoro di cui bisogna avere una certa cura per ottenerne una buona somma di servizi: i nostri figli gli servono di giorno, le nostre figlie servono loro la notte.'

Fiction. Germany's Poet-Anarchist John Henry Mackay (1864-1933) wrote this thinly-disguised fictional account of his sojourn to London in 1887. A journey of transformation from revolutionary self-martyrdom to radical self-ownership, the book follows Carrard Auban (a French revolutionary firebrand turned anarcho-individualist) through late-19th century Paris, Chicago, and London. 'THE ANARCHISTS is one of the very few books that have a right to live.... For insights into life and manners, for dramatic strength, for incisiveness of phrase, and for cold pitiless logic, no book of this generation equals it'—New York Morning Herald, quoted in Liberty, December 5, 1891.