«Scrivo celando la mia identità. Non per me, ma per coloro che amo. Io sono già morto. E un morto non può morire ancora. Nemmeno avere paura. La morte infatti mi accompagna ogni giorno. [...] Per questo mi alleno con l'ultima scena. Dei film, dello sport, del lavoro e della mia vita. Proprio così... L'ultima scena mi accompagna da tanto, da troppo tempo. Da sei generazioni. Esattamente dal 1872, quando venne deciso così. Per accompagnare gli altri nell'ultimo tratto, lungo il viale dei cipressi. Destino di ogni uomo, in ogni tempo». Anonimus Lapidarius è un affermato impresario di onoranze funebri di una città del Nord Italia. 'L'ultima scena' è la sua opera d'esordio.
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