"I veleni di Palermo. Non quelli che direi "veri", i lenti e sottili veleni del vivere a Palermo; ma le immediatamente fatali e volgari pozioni, il poison criminalmente dosato nella domestica minestra, nelle salse, negli intingoli, nelle creme; il mort-aux-rats promosso a funzioni liberatorie nelle asfissie da marito o da moglie, negli amori impossibili, nelle possibili ma tardanti eredità. Il veleno comprato dallo speziale con la scusa della casa e del vicolo da disinfestare; o pagato lautamente alla fattucchiera rivelando l'uso cui è destinato; o segretamente distillato da erbe e sali. Il veleno dei casi che generalmente si dicono sordidi: gli amorazzi, la roba, le insopportabili vessazioni del pater familiae; l'odio che si accumula giorno per giorno, ora per ora; l'impazienza che si acuisce e delira; la livida invidia e rapace." (Dall'introduzione di Leonardo Sciascia)

Sono raccolti in questo volume gli scritti di Rosario La Duca sulla manifestazione religiosa popolare più importante della città di Palermo: su santa Rosalia, festa che si svolge in due momenti: il pellegrinaggio al santuario della Santuzza sul Monte Pellegrino e il Festino in città.

Questo libro è l'ultimo frutto dell'erudizione antiquaria di Rosario La Duca (1928-2008), l'investigatore del passato che. per più di mezzo secolo, s'è dedicato, in rubriche giornalistiche e in volumi scevri di oleografismi, a salvare dall'oblio luoghi e caratteri della Palermo perduta. "La corda e la mannaia" è la continuazione ideale di un altro testo, "I veleni di Palermo", uscito nel 1970 con l'introduzione di Leonardo Sciascia. Raccolgono entrambi storie di cronaca nera, riversate in miniracconti di taglio per lo più investigativo e sempre fulminanti per la bizzarria del caso e per la ferocia della pena, e venati dell'ironia caratteristica dell'autore: per il quale dove la storia anticipa davvero le linee del presente è nei dettagli. Il primo era dedicato agli "assassinii silenziosi", questo si concentra sugli "assassinii rumorosi", più spettacolari, per i quali il castigo era esemplare: la mannaia per il nobile, la corda per il pover uomo.

La vita di un mercato è il risultato di molteplici fattori e di interessi eterogenei che inducono gli abitanti di una città ad indirizzarsi spontaneamente verso un dato luogo per rifornirsi dei generi essenziali per il loro sostentamento. L'indagine di Rosario La Duca, condotta nel 1994 attraverso un magistrale utilizzo delle fonti documentarie, ripercorre la storia degli antichi mercati di Palermo, parallelamente alle vicende urbanistiche che nel corso dei secoli hanno plasmato il volto della città.

Una città è sempre viva, presente e affascinante quando, nonostante il tempo che passa, i paesaggi che cambiano, le mode che si rinnovano e i costumi che mutano, le immagini della sua storia si conservano intatte sulle cartoline. In questo volume, attraverso più di millecinquecento esemplari (molti dei quali inediti) di questo semplice ma suggestivo "mezzo di comunicazione", Palermo è "visitabile" dal 1890 al 1940 e - grazie a chi l'ha immortalata con i suoi scatti o l'ha ritratta di suo pugno, pittoricamente - gli angoli dimenticati, i personaggi, le abitudini, il commercio, la vita militare e quella mondana soppravvivono nei nostri ricordi. Questa straordinaria collezione, presentata dagli autori Rosario La Duca e Giulio Perricone, e il valore del collezionismo in sé dimostrano l'enorme importanza storica, sociale, artistica, scientifica, pubblicitaria o anche soltanto di curiosità che la cartolina possiede, oggi e in ogni tempo. L'abitudine di inviare un messaggio vergato dietro un'illustrazione, unita alla paziente opera dei collezionisti, permette quindi di conservare e tramandare preziosissime testimonianze del nostro passato e della nostra cultura che si sono salvate proprio grazie alla raccolta e alla curata catalogazione delle cartoline. E nelle cartoline c'è anche il cuore, perché ogni scritto e ogni immagine regalano per sempre un'emozione.