Il volume offre ai lettori la prima edizione critica e commentata del corpus di rime di Gano di Lapo Pasci, un poeta colligiano vissuto intorno alla metą del XIV secolo, non sfuggito all'erudizione settecentesca, ma presto caduto nell'oblio. La notizia di una sua presunta corrispondenza con Francesco Petrarca, lo scambio di sonetti con il pił noto Antonio Beccari e i tasselli della Commedia che impreziosiscono i suoi versi ne giustificarono il recupero e soprattutto ne favorirono l'associazione alla schiera dei poeti ammiratori ed emuli del Dante "comico". I sette componimenti attribuiti al Colligiano (quattro canzoni morali, un capitolo ternario e due sonetti), nel riprendere e rifunzionalizzare materiali dal poema sacro, confermano senz'altro l'ipotesi dell'imitazione dantesca come una delle principali linee interpretative della poesia del Trecento. Tuttavia questo esibito dantismo ha finora lasciato in ombra altre componenti della poesia di Gano, che a uno scavo piu profondo appare attraversata da una pluralitą di modelli, dalla laudistica ai satirici latini, e centrata sulla radicale opposizione tra opulenza e povertą, potere e schiavitł, edonismo e mortificazione, in definitiva sui temi che maggiormente animavano il dibattito civile e religioso della societą comunale trecentesca. L'edizione, arricchita da una proposta attributiva, ovvero un lungo volgarizzamento ovidiano in forma di serventese, si avvale di un nuovo censimento dei manoscritti, di cui viene fornita una descrizione analitica e una discussione dei rapporti nella Nota al testo. Apre il volume una Introduzi
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