Ali che non reggono il volo, eppure esistono. Invisibili, fragili, radicate nel desiderio di elevarsi oltre la materia e il dolore. Questa raccolta poetica attraversa le stanze dell'anima, affronta l'assenza, la perdita, la memoria, restituendo al lettore un percorso intimo fatto di visioni, silenzi e resistenze interiori. Tiziana Furiesi compone versi che non chiedono risposte, ma lasciano spazio al vuoto, alla sospensione, alla possibilità di un ascolto profondo. Ogni poesia è un frammento di un corpo che si sfalda per lasciar affiorare l'essenza: senza clamore, ma con la forza gentile della parola nuda. È un invito a riconoscersi nella frattura, ad accettare il limite come forma alta di esistenza. In queste pagine non c'è retorica del volo, ma la concreta nostalgia di ciò che ci tiene sospesi tra il sogno e la caduta. Una voce poetica matura, che osa restare nell'ombra per far brillare la verità del sentire. Un libro da leggere come un lento respiro. Tra le righe di queste pagine, si avverte la presenza di una spiritualità laica, che accoglie il mistero senza pretendere di spiegarlo. Ogni lettore troverà in queste "ali senza corpo" il riflesso della propria fragile immensità.

"Io e la mia bambina" è una raccolta di testi che segnano un percorso, dal dolore, la rabbia e l'umiliazione per il tradimento subìto, alla guarigione e alla consapevolezza, alla scoperta di sé attraverso la contemplazione della natura, in un viaggio interiore in cui l'autrice affronta i propri mostri e scopre la luce della sua anima e l'amore puro di cui è fatto l'universo intero.

«... Certo è che il "problema" poesia, come nell'arte tutta in genere, dipende sempre dalla radice sociale, dal vissuto e dal patimento dell'artista che lo esprime, quindi la silloge presentata dalla Nostra, viene collocata come poesia essenziale, contenente pochi sostantivi e altrettanti pochi aggettivi (anche se non stiamo parlando di analisi grammaticale), per cui il poco che basta per raggiungerci nell'emozione e nel coinvolgimento; tutto tocca il dentro, lo fa vibrare, e questo è il grande pregio dell'Autrice in questione.» (Dalla prefazione di Silvia Denti)