"Versi irriverenti" è una raccolta di poesie scritte dal 2012 al 2024, che indaga la maturazione e il rapporto dell'autrice con la propria identità (di genere, politica, familiare, personale, professionale), e la complessità nell'affrontare il presente e le sfide quotidiane (l'amore, gli affetti, il lavoro come docente, il relazionarsi agli alunni e alle loro fragilità di adolescenti). Le poesie si caratterizzano per un taglio irriverente, quasi pop, volutamente in antitesi con il linguaggio "politicamente corretto" e il formalismo di alcune istituzioni all'interno delle quali l'autrice si trova a vivere - come famiglia, scuola e lavoro - in un intento rivoluzionario che fa della parola uno strumento di sovversione e di liberazione.

Bianca ha una vita sentimentale disastrosa; è un po' anticonformista, un po' idealista, un po' confusa e un po' fuori corso; per affrontare le sfide della vita si ispira a grandi donne della storia: Simone de Beauvoir, Hannah Arendt, Vera Zasulic, e a suo nonno, detto Il Comunista, anche se, il più delle volte, le riesce difficile mettere in pratica i loro esempi. È prossima alla laurea in Antropologia Culturale, percorso di studi poco compreso dalla madre, con cui ha, anche a distanza, una relazione conflittuale. Di Bianca impareremo a conoscere anche il malessere, l'insoddisfazione e la sensazione di non essere mai all'altezza delle situazioni (o che le situazioni non siano mai all'altezza delle sue aspettative). Bianca beve, beve tanto, troppo.