Il Quaderno 1 raccoglie una selezione di articoli scritti da Rabash (Rabbi Baruch Shalom HaLevi Ashlag) tra il 1984 e il 1991, fondamentali per chi desidera intraprendere un cammino autentico di lavoro interiore secondo la Kabbalah. I testi non sono teorici ma costituiscono strumenti pratici di avanzamento spirituale, rivolti a coloro che sentono una domanda profonda sul senso della vita e cercano la verità al di là dell'apparenza. Attraverso un linguaggio spirituale rigoroso e l'impiego della 'lingua dei rami', Rabash accompagna lo studente nel processo di chiarificazione dell'intenzione, guidandolo nella trasformazione dell'intenzione di ricevere in un'intenzione di dare, e in un ribaltamento della percezione di sé: da ricevente a donatore. Questo passaggio interiore è fondamentale perché riflette il vero funzionamento della realtà: un sistema basato sulla dazione, in cui l'armonia si realizza attraverso la somiglianza con la forza superiore. Gli articoli sono strutturati per sostenere lo sviluppo interiore dell'individuo, in sintonia con questa legge spirituale. Il volume è arricchito da un glossario dei termini kabbalistici, da commenti ispirati agli insegnamenti di Baal HaSulam, Maimonide e Rav Laitman, e da un'introduzione che chiarisce l'approccio metodologico e la terminologia adottata. Questa raccolta si presenta come un manuale essenziale per chi desidera studiare quella saggezza della Kabbalah radicata nella tradizione autentica.

Che cosa accade se pensiamo, osserviamo e allestiamo un'esperienza educativa mantenendo una specifica attenzione alle dimensioni sociomateriali? Che cosa portiamo in primo piano e cosa lasciamo sullo sfondo? Come possiamo far emergere la trama materiale dell'agire educativo durante una ricerca, una consulenza, una supervisione o un intervento formativo? Muovendo da queste domande, il testo intende promuovere una visione pedagogica capace di intercettare e descrivere la materialità educativa, interpretandola da molteplici punti di vista come un groviglio di elementi umani e non-umani, sociali e materiali, naturali e artificiali, un'ecologia di relazioni che connette corpi, oggetti e ambienti. La materialità dell'educazione, indagata nelle sue dimensioni evidenti così come in quelle latenti, diviene allora l'oggetto specifico di una ricerca educativa che si situa in un orizzonte teorico (neo)materialista. Il libro si rivolge a ricercatori, pedagogisti, educatori, operatori sociali, insegnanti, studenti e a tutti coloro che desiderano comprendere più a fondo le implicazioni educative legate alla consapevolezza di vivere in un mondo più-che-umano caratterizzato da una materialità in divenire, caotica, sfuggente, imprevedibile, problematica e sorprendente allo stesso tempo.

La scoperta del Libro autografo di Luigi di Ridolfo Peruzzi (1410-84), figlio di uno dei più eminenti avversari di Cosimo de' Medici, offre una nuova testimonianza sulla scrittura dell'esilio nella prima età moderna. Emerge l'idea di un progetto organico, concepito nel nome di una riconciliazione ideale dell'anziano esule con il centro originario - Firenze - perduto da lunghi anni e ormai irrecuperabile realisticamente. Il ritorno al 'centro' è perseguito dunque da un lato, attraverso la preservazione dei caratteri della propria identità civile; dall'altro, attraverso l'ortoprassi e l'osservanza dei riti devozionali codificati dalla comunità di origine. Insomma, Peruzzi ha inteso fare del suo Libro una patente del proprio stato civile, culturale, morale e religioso, da esibire forse, più che ai suoi eredi diretti, a consorti e amici influenti residenti in patria. Alla scrittura del Libro l'esule ha voluto affidare l'ultimo accorato appello per una sua estrema restituzione a Firenze, al quale i Medici, ormai reggenti, si mostrarono sordi fino alla fine.