Platone li riteneva oggetti eterni, divini ed immutabili, mai avrebbe pensato che la loro esistenza potesse avere, un giorno, termine. Riteneva si spostassero ad una velocitą uniforme attorno alla Terra descrivendo la pił perfetta di tutte le traiettorie: quella della circonferenza senza fine. Definiva il loro movimento un vagabondaggio, una folle danza conforme al loro rango elevato. Pił tardi, con gli studi di Galileo, esse divennero punti fissi e quasi pił nessuno ricordņ il placido ballo che solevano praticare.
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