Intrecciando sul filo dei ricordi realtà e fantasie, la protagonista ricrea con nostalgia la storia quasi secolare di una casa e della sua gente sullo sfondo di un'antica città destinata al declino. Nell'affollarsi dei personaggi spiccano le figure ancora ottocentesche della matriarca Giuseppina e delle sue figlie, donne libere che, ciascuna a proprio modo, osarono andare contro le convenzioni e forgiarsi il destino.

Cresciuta nella povertà, costretta a un rapporto umiliante nell'adolescenza, Vielmine è però ottimista e capace di grandi slanci. La sua maturazione comincia con le attenzioni affettuose di due donne e continua con l'amore di un forestiero arrivato a bussare alla sua porta. La vicenda è ambientata nei primi decenni dell'Ottocento a Pontechianale, dove le intrusioni non sono gradite poiché gli stranieri potrebbero insidiare l'equilibrio precario della comunità. Ma sarà proprio questo forestiero ad aiutare Vielmine a maturare ancora e a ricomporre affetti altrimenti perduti.

'Voltarsi verso un passato vicino e scoprire che sembra lontano può far provare una breve sensazione di vertigine. Ritrovare i propri ideali nelle pagine fa lo stesso effetto, ma più intenso. Unire a queste due emozioni un intero romanzo, scritto in modo splendido, in cui i sogni si costruiscono e le culture si confrontano, può mettere i brividi. Ma non aspettatevi una nuova utopia di stampo socialista. 'L'estate della comune' è stata un'esperienza intensa ed importantissima, grazie alla quale è stato possibile scoprire la fragilità di alcune prospettive, l'effimera consistenza di molte speranze e la vera vacuità della consuetudine se comparata all'energia che ribolle dentro negli anni della giovinezza. Tra vite che si intrecciano e storie che si perdono, Manuela Dossetti ci fa dono di un racconto ricco ed appassionante.'