Un incidente stradale stravolge la vita di tre giovani palermitani dell'alta borghesia. Lorenzo muore sul colpo, Cettina se la cava con qualche escoriazione, Matteo, il protagonista della vicenda, finisce in ospedale in stato di coma. Al risveglio, il giovane si renderà conto di aver perso la memoria e di avere acquisito, al contempo, la strana attitudine ad entrare spesso in sintonia con la dimensione cosmica. Matteo mostra di essere un ragazzo mite, con una personalità incline all'introspezione e alla contemplazione della natura, mentre chi lo conosce lo ricorda come un ragazzo violento, spregiudicato e autore di delitti efferati. Incalzato dai compari, che vorrebbero riportarlo presto tra le fila della organizzazione criminale alla quale appartiene, il ragazzo fugge dalla Sicilia e si nasconde in Spagna. Qui trova un suo equilibrio interiore e decide pertanto di non tornare mai più in Sicilia, ma una serie di eventi imprevisti intreccia la sua vita a quella di Cettina e lo riporta a Palermo, dove trova ad attenderlo il commissario di un piccolo distretto di polizia e il boss di una cosca mafiosa avversa alla sua.

Come in un racconto fiabesco la Vucciria (il noto antico mercato di Palermo) che l'autore ci consegna non può che essere quella del "c'era una volta". Una volta, quando? Inevitabilmente nel tempo della memoria di un testimone che ne ha seguito le vicende incarnate nel suo vissuto personale e in quello della sua famiglia, nella culla protettiva del quartiere, madre di mille e una storia, tutte degne di una narrazione.

Come in un racconto fiabesco la Vucciria (il noto antico mercato di Palermo) che l'autore ci consegna non può che essere quella del "c'era una volta". Una volta, quando? Inevitabilmente nel tempo della memoria di un testimone che ne ha seguito le vicende incarnate nel suo vissuto personale e in quello della sua famiglia, nella culla protettiva del quartiere, madre di mille e una storia, tutte degne di una narrazione.