...potrei sbagliarmi, ma sento che ogni esperienza è un tassello perfetto del nostro cammino. Mentre cammina per le strade di un paese in cui è di passaggio, Maurizio resta colpito da un dettaglio: le villette presentano quasi tutte recinzioni molto basse o ne sono addirittura prive. La sua innata curiosità non gli lascia alternativa: deve entrare in quegli spazi non delimitati e conoscerne i proprietari. Chi vive senza barriere non teme nulla oppure è 'grato alla vita' e la accoglie quindi così come viene? Questa domanda gli rimbomba dentro l'anima e l'eco arriva da molto lontano, dal tempo in cui a costruire ripari e muri fortificati era proprio lui, per difendersi dalla sindrome dell'abbandono. Ogni volta piombare indietro e sentirsi come un neonato piccolo e nudo, in una cesta davanti a una chiesa, di notte mentre piove e fa freddo; non si tratta soltanto di una metafora, ma è anche la sua essenza, la sua verità più profonda, il dolore ancestrale con cui fare i conti per evolvere in un nuovo divenire. L'uomo in cui si è trasformato ha le sue certezze. Guarda sempre ai fatti in sé stessi, regolandosi in base alle azioni delle persone e non sulle parole senza fondamento. Agisce, scegliendo ciò che per lui è più semplice, naturale e spontaneo, non necessariamente sinonimo di 'più facile'. Rallenta ogni volta che le sue azioni diventano frenetiche e continuative sino all'automatismo, per ritrovare il 'giusto sentire'. Noi siamo l'insieme di piccole particelle elementari, la cui composizione apparentemente casuale determina invece una verità scientifica: esistiamo! Il percor
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