L'emergenza sanitaria provocata dalla pandemia di Covid-19 ha determinato mutamenti profondi nella societą, portando a ripensare il nostro rapporto con i concetti di salute e malattia, con inevitabili ricadute sulla ricerca storica e sui modi di interfacciarsi con il passato. Stimolati da un'opinione pubblica che cercava nel passato termini di paragone all'attuale pandemia, gli storici hanno mostrato crescenti attenzioni per questioni inerenti alla storia della medicina, fino ad allora sostanzialmente trascurate e rimaste ai margini della riflessione storiografica, specie in Italia. Sulla scia di questo rinnovato interesse, questo numero di «Farestoria» si pone l'ambizioso obiettivo di affrontare, integrando e intrecciando approcci storiografici tra loro diversi, il nesso societą-malattia durante l'etą contemporanea, focalizzando l'analisi sulla fase che va dal XIX secolo alla metą del XX secolo. Un arco cronologico ampio, ma di capitale importanza per comprendere gli sviluppi successivi e il presente, in cui affezioni note, nuove minacce 'globali' (come il colera e la febbre gialla) e malattie emergenti convivono e si sovrappongono ai problemi connessi all'aumentata incidenza sulla mortalitą delle affezioni croniche e degenerative, al proliferare di malattie professionali (legate allo sviluppo industriale), all'insorgere di patologie correlate all'inquinamento ambientale. Prestando attenzione alle dinamiche di circolazione del sapere e delle pratiche sanitarie, che tra XIX e XX secolo conoscevano un inedito processo di accelerazione e istituzionalizzazione, il fascicolo si
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