Attratto dall'immagine del piccolo corso d'acqua della roggia Cividina, l'autore, grazie all'aiuto di vecchi documenti ed alla testimonianza di alcune persone del luogo, ne ricostruisce la storia e le vicende. Dopo una prima parte dedicata all'inquadramento storico della roggia e dei roielli da essa derivati, il volume dedica ampio spazio alla descrizione delle antiche attività artigianali e dei vari opifici, primi fra tutti i mulini e le fucine dei fabbri, sorti sfruttando l'energia idraulica delle acque. La ricostruzione storica non è però fine a se stessa: coltivare il proprio passato significa infatti per l'autore poter vivere il presente ed essere capaci di costruire il futuro.