Questo scritto nasce dal desiderio di dare voce alle proteste delle donne iraniane, generate dall'uccisione, ad opera delle forze di polizia morale, di Mahsa Amini, la cui colpa è stata quella di non indossare l'hijab nel rispetto delle norme morali. Non ha alcuna pretesa di proporsi come una lettura socio-politica di quanto sta accadendo in Iran, nasce piuttosto da un'esigenza personale, e che sento condivisa, di non farsi complici, nel silenzio, di quelle strutture di potere che negano la dignità della donna e dell'uomo. Questo lavoro, piuttosto, porta con sé la speranza di suscitare attenzione verso la condizione della donna nei paesi come l'Iran e di scuotere le coscienze cattoliche sulla urgenza di vivere il Vangelo, facendosi voce di coloro ai quali questa voce viene tolta dall'arroganza dei potenti di questo mondo.
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