Favole di ieri, favole di oggi. Le favole aiutano a far riflettere. Katya Vona ha il pregio di avere il dono della sintesi. Riesce a raccontare con poche frasi favole per bambini di tutte le età poiché anche i grandi hanno il desiderio di favole. C'è bisogno di magia, di poesia, di storie di elfi, di regine e altro. Il tutto accompagnato da fotografie, anziché da disegni, come se l'autrice volesse invitarci a scoprire le favole che si nascondono nella natura e nella vita di tutti i giorni. Basta volerlo. Basta scoprirle.

I libri di Katya Vona sfuggono sempre a qualsiasi tipo di classificazione tradizionale. Un romanzo? Sì e No. Un diario personale? Sì e No. Una raccolta di racconti? Sì e No. Una testimonianza di vita? Sì e No. Riflessioni per un trattato psicologico? Sì e No. Perché in 'Di un gioco scriverò' ci sono tutti questi elementi, arricchiti da poesie e aforismi. Così per la seconda volta mi trovo a dover ideare una nuova collana, stavolta per confrontarsi con i sentimenti e l'amore. Il titolo può sembrare banale: 'Amore: Seduzione & Passione. Storie, racconti e....' ma è la sintesi del libro. Uno dei messaggi che arriva dal testo è proprio che l'amore è tutt'altro che banale. Naturalmente può essere banalizzato, dato per scontato e vissuto in modo monotono. È un gioco... un gioco di vita, dove si può vincere e si può perdere, ci si può rialzare o si può sprofondare. Si può giocare una volta sola (i più fortunati) oppure è un continuo passare da una partita all'altra alla ricerca del vero amore e della felicità.

'Riflessioni & Visioni' è una collana che nasce per unire parole e immagini. È il caso di 'Sono misericordiosa?'?dove Katya Vona, tramite il suo alter-ego Silvia si pone dubbi su Dio, sulla religione e in particolare sui Dieci Comandamenti. È accompagnata dai dipinti astratti di Federica Cucca che favoriscono queste riflessioni, questi interrogativi che in tanti non si pongono più perché non hanno il tempo o la voglia di pensare o perché hanno sostituito il Dio della religione con altri dei: soldi, potere, successo, ma anche droga, mondo virtuale e tutte quelle dipendenze che spingono a non occuparsi della realtà. Quello di Silvia è il cammino di una donna che da bambina pregava e che ora non prega più, anche per spiacevoli esperienze con uomini di chiesa. Continua però nella sua ricerca a interrogarsi, a volte con domande quasi infantili, ingenue, ma che non trovano risposte semplici; a volte con forti provocazioni al limite della blasfemia che possono anche dare fastidio al lettore. Ma entrambe, sia le tante domande che le provocazioni, servono a risvegliare il senso del sacro e dell'esistenza, per vivere nel mondo di tutti i giorni la propria fede, qualunque essa sia.'