'Sono poesie di silenzio e d'ombra quelle a cui ci ha abituato Augusto Vitali e nuovamente in questa silloge lui ritorna sui quei temi, quelle atmosfere, quelle vie impalpabili ed eteree che costituiscono l'ossatura della sua scrittura. Ancora una volta, in questa sua 'Poesie Vitali' riattraversa un percorso intimo, in cui le vibrazioni del mondo risuonano nel vissuto interiore che lui racchiude e catalizza attraverso la parola scritta. Questa raccolta si distingue per la delicatezza con cui l'autore si immerge e permette di immergersi all'interno di uno sconfinato paesaggio dell'anima raccogliendo riflessioni e pensieri, slegati da una precisa connotazione e sequenza temporale o di eventi, che di volta in volta vanno a descrivere, o per meglio dire rappresentare, l'autore stesso, le sue fragilità, le sue ricerche, le sue conquiste'.

Augusto Vitali, autore bilingue di poesie e sillogi poetiche, realizza una raccolta di fiabe dai toni delicati ed evanescenti. Esprimendo il suo desiderio di parlare del mistero della vita, utilizza la forma del racconto breve per dare vita ad un connubio molto particolare ed intenso: quello della natura - con le sue molteplici forme animali - con l'essenza della vita, gioiosa, dolorosa, spesso non compresa, oltre i limiti e i confini, alla ricerca di un senso vero che spesso pervade l'aria senza poterlo afferrare realmente. Ogni racconto è la storia di una sfida con se stessi, ma anche con qualcosa di più grande e spesso non comprensibile: è la necessità di dare un senso alla propria vita, spesso andando contro l'apparente realtà.

Augusto Vitali non è certo nuovo alla pubblicazione, ed è per questo che 'Vieni gioia! Son qui. Voglio vederti vivere' è ben più di un semplice raccontar di versi: è il viaggio di una vita che scorre e che si confronta con un mondo che sa talvolta essere anche spiazzante, una vita che tracima dalla diga del passato per cercare di trovare una chiave di lettura al presente. L'autore riesce con sapiente maestria a fondere istanze diverse, contrapponendo in maniera suggestiva il reale e il percepito, offrendo al lettore il suo personale punto di vista sulle cose, ma mai in maniera arrogante o dogmatica, al contrario, chiedendo alla parola di farsi strumento di condivisione.