Nobili locali dicono che l'anima del grande Piero si aggiri disperata attraverso il tempo, cercando un autore che scriva non della sua arte, che ne ha già piena l'anima, ma del suo lato umano: amori, dolori, umori, languori, sullo sfondo della storia... Questo racconto vuole essere una traccia sul vuoto del lato umano, in cui l'autrice si muove, fra le storie della storia e racconta quella che avrebbe potuto essere la vicenda umana di Piero dei Franceschi, noto al mondo come Piero della Francesca. Non è una biografia, né un saggio storico. La 'media aetas' non fa da contorno alla narrazione ma è racconto essa stessa.

Anno Domini 1348 Venezia. Nella notte il pericolo proveniente dal mare striscia tra le calli. Infido si propaga velocemente, colpisce chiunque, non vi è scampo, né per il ricco né per il povero. Un giovane medico intuisce la gravità della situazione, ma le sue sono parole urlate al vento. Genova. Una giovane donna viene indotta a fuggire per trovare scampo alla malattia. Avignone. Un cavaliere templare, retaggio di un mondo scomparso, abbandona la città per salvarsi la vita. Alvise, Tessa e Jacques intrecceranno le loro vite in una lotta senza quartiere per impedire che Venezia soccomba alla morte nera.

Il fortuito rinvenimento di alcune ossa umane, in occasione della cerimonia di nomina dei nuovi confratelli della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, mette in moto una ossessiva ricerca da parte di una curiosa bibliotecaria e una tenace poliziotta, che ci accompagnano, tra eventi contemporanei e accadimenti storicamente più distanti nel tempo, quali la battaglia di Lepanto e il rastrellamento del ghetto veneziano nel 1943, uniti da un sottile 'fil rouge'. Un racconto sorretto da una fluida narrazione, alla scoperta di intrighi e tragici orribili eventi del nostro passato recente. Fa da sfondo, una fedele ambientazione veneziana, una città descritta con cenni pittorici, nello scenario dell'attuale momento storico della pandemia.

La storia della propria vita raccontata  da Morosina Morosini, l'ultima dogaressa, al 'suo' scultore.

Quando Daniela ritorna dopo un periodo lungo più di vent'anni nelle zone in cui ha trascorso le sue vacanze da bambina sino all'età adulta, sola, desiderosa di immergersi nei suoi ricordi e ritrovare sentieri e montagne a lei note, è testimone di un episodio delittuoso e suo malgrado (o no?) si trova coinvolta nella vicenda. Un racconto della memoria, il ritorno dopo anni nei luoghi del cuore, raccontati e descritti con gli occhi dell'anima e con la visione contemporanea del territorio. Un lungo colloquio interiore con il padre, amato, mai dimenticato e rimpianto, poliziotto vecchio stampo, che le ha trasmesso la passione per i temi polizieschi.

La storia di un quadro celato al pubblico del pittore Zorzi da Castelfranco, meglio noto come Giorgione, la vita della donna che lo ha ispirato.