La poesia di Maria Pashianti Scalzo è un viaggio verso la dimensione trascendente, in cui l'arte si fonde con la spiritualità in un incontro profondo con il Sé e l'infinito. Ogni verso di questo libro rappresenta un tentativo di sollevarsi dalla materialità per abbracciare l'universo, nell'intento di svelare, come un veggente, i misteri che governano il cosmo. La sua scrittura è intrisa di simbolismo, metafore e sinestesie che evocano paesaggi dell'anima, luoghi di meditazione dove emozioni e visione cosmica si intrecciano. Con una forza espressiva che tocca le corde intime, le sue poesie esplorano le connessioni invisibili tra l'individuo e l'universo, risuonando come una sinfonia armonica che si svela nei momenti di intuizione. La sua opera riflette un percorso spirituale che affonda le radici nella ricerca interiore, ma anche nella capacità di vedere oltre le apparenze, di sentire il legame tra le cose viventi. Ogni parola, ogni immagine, risuona come una gemma pronta a fiorire, a riprendere vita nelle stagioni dell'esistenza, regalando al lettore l'opportunità di immergersi in un mondo di bellezza e riflessione, dove l'arte e la spiritualità s'incontrano in un abbraccio unico.

Flavia de Dominicis, infermiera in una delle tante città del Nord-Est travolta dalla grave pandemia del Covid 19, è lei stessa vittima del virus. Sogni e Visioni, come racconti a sé stanti ma uniti dal filo comune della ricerca di Sé, l'accompagnano nel corso di sei delle dodici notti di Natale, in un percorso di conoscenza che avviene nell'eterno presente in cui galleggia la sua anima nel corso della malattia. A fare da guida a Flavia Domitilla, questo il suo nome nello spazio-tempo del 1628/1630, sono una Strega-Herbaria, Gemma-Griselda, sua nonna, e un Frate dissidente, Francesco-Properzio. Durante ognuna delle prime sei notti, Flavia 'sogna' altrettante esistenze precedenti durante le quali acquisisce conoscenze del mondo reale ed esoterico, visibile e invisibile, per poi rientrare nel 'presente' di quell'epoca antica che la vede condannata al rogo. Niente di nuovo sotto il sole: la sofferenza trasforma l'animo umano suscitando istinti violenti che spesso richiamano la presenza del Maligno: come allora anche oggi. Cambia il contesto ma la paura ci accompagna sempre. Solo un rinnovato contatto con la Natura e con le sue ineludibili leggi ispirate dal rispetto reciproco può aiutarci a superare gli ostacoli e ad attuare il cambiamento necessario per l'evoluzione del pianeta.