Leggendo i tanti documenti nell'Archivio Parrocchiale di Matrice, i moltissimi fogli, che in questi anni ho avuto fra le mani, viva è stata la sensazione di entrare in una particolare 'storia' raccontata dai preti; brevi storie mai conosciute, non tramandate, perché rimaste per secoli nascoste nei registri impolverati e che io, oggi, voglio presentare. Frammenti di storia, attimi di vita paesana fermati, immortalati dalla penna attenta di un parroco, che sembra abbia stampato il 'momento' su carta. Una cronaca matriciana, vista attraverso le lenti dei curati; storia registrata, annotata, in maniera particolareggiata, da chi era ... all'Ombra del Campanile, ma attento a tutto quanto succedeva fuori, nelle strade del paese. E ci sono annotazioni di battesimi, i matrimoni, le morti, gli incontri coi giovani per i canti sacri e per la liturgia, nei suoi momenti importanti, ma anche le epidemie (vaiolo, peste, colera). Notizie di ogni genere che fanno parte della Nostra Storia Matriciana.

'I nostri matriciani avevano tante cose da dire; tante storie da raccontare: storie di una vita semplice, con brevi momenti di gioia e tanti di sofferenza. Quanti ricordi nei loro cuori e a me piaceva tanto ascoltare i racconti e guardare quelle foto, che mi mostravano, con orgoglio, per farmi conoscere i figli e i nipoti lontani. Ascoltare... per scoprire i tesori che ogni anziano nascondeva e cela, ancora, nella propria memoria. I nostri matriciani volevano solo essere ascoltati. Credevo che tutti gli anziani di Matrice, con cui in questi anni avevo parlato, volevano solo un po' di attenzione, avere qualcuno che dedicasse loro un po' del proprio tempo. Ho sfogliato tanti documenti e da ognuno ho estrapolato un pezzo di storia dei nostri compaesani, che ho voluto mettere in comune con chi si appresta a leggere questo libro. Sono frammenti di storie, quelle che presento, sono solo momenti di vita ...di vite, però, veramente vissute. Sono brevi storie, in sé concluse, di persone diverse, perché sono 'le storie' che fanno la Storia.'

Questo lavoro inizia con le emozionanti lettere dal fronte, senza commenti storici, perché questo non è un libro di storia; ho cercato di dare voce ai nostri soldati che con le loro semplici parole raccontavano la loro guerra, le paure vissute quando erano lontano dai cari con il timore di non poterli riabbracciare. Ho presentato la guerra attraverso i documenti e le foto che molti famigliari mi avevano dato in questi anni, mentre con la mente tornavano indietro e raccontavano... Le foto dei nostri andati al fronte, quelli morti e quelli che erano tornati, ma anche tante foto dei soldati matriciani, arruolati, pronti e disponibili a partire per servire la Patria. Ho voluto presentare la guerra attraverso i racconti delle donne, di chi era rimasto in paese, senza più un sostegno morale e un aiuto, fatto anche di braccia, perché il marito o il figlio era lontano e aveva vissuto sulla propria pelle, non le ferite materiali, inflitte con i fucili, ma le sofferenze morali, la solitudine, l'angoscia. E apprendevo che la guerra non era stata fatta solo dagli uomini, ma anche dalle donne che li avevano dovuti sostituire in casa, nei campi dimostrando di aver vinto la loro battaglia della vita.