Quando realizzò di essere ammalato di Aids, Derek Jarman volle testimoniare sì la sua gioia di vivere ma anche le incredibili situazioni repressive e di malessere che lo avevano costretto - lui come tutta una generazione gay - a vivere la propria condizione quasi fosse un crimine, nascondendosi di continuo, sempre marchiati e giudicati in modo sprezzante dall'etero perbenismo dominante. Lo fa intrecciando in un arazzo stupefacente, e per certi versi delicatissimo, poesie, testimonianze di prima mano, aneddoti di vita vissuta, articoli ripresi dai maggiori giornali dell'epoca. In un libro che alla fine è potente, drammatico, rivelatore ma anche percorso da un incredibile anelito di libertà, di gioia e tanto bisogno di amore. Trent'anni fa, nel pieno della peste Aids, dire di essere gay era un atto veramente rivoluzionario. Forse oggi risulta difficile capire quanto sia stato radicale e importante questo libro. Certo, finalmente sono stati ottenuti dei progressi in Occidente, ma ancora oggi in un modo o nell'altro l'amore omosessuale è criminalizzato in quasi settanta paesi, e addirittura in dieci nazioni si può essere condannati a morte per omosessualità. Nel raccontarci la condizione vissuta dagli omosessuali tra gli anni quaranta e gli anni novanta, questo libro costringe a confrontarci con un clima culturale assolutamente drammatico. Purtroppo la storia non è lineare, e talvolta è destinata a ripetersi. E questo libro, pur nella sua delicatezza poetica, rappresenta uno straordinario monito. 'I primi venticinque anni della mia vita li ho vissuti come fossi un criminale. I

'Il paradiso è l'ossessione dei giardini', scrive Derek Jarman, 'e anche il mio ne è ossessionato'. Se l'immagine pubblica di Jarman è quella del regista geniale la cui opera, spesso imperniata su temi come la sessualità e la violenza, non smette di generare polemiche, nella sfera privata l'artista fu invece l'artefice di un giardino-paradiso. Lo realizzò in un contesto ambientale che molti probabilmente giudicherebbero piú infernale che paradisiaco: un'arida, piatta, spesso desolata distesa di ciottoli, che ha per orizzonte la centrale nucleare di Dungeness, nel Kent. Eppure Jarman, appassionato di giardinaggio fin dall'infanzia, riuscí a unire l'occhio del pittore, la competenza botanica e i principi ecologici nella creazione di un paesaggio in cui convivono selci, conchiglie e detriti di legno reperiti sulla spiaggia di Dungeness, sculture composte di pietre, vecchi attrezzi e objets trouvés, piante autoctone, cespugli e fiori introdotti da Jarman stesso. Questo libro ne registra lo sviluppo dall'inizio, nel 1986, fino all'ultimo anno di vita del regista. E la testimonianza è accompagnata dalle oltre 150 fotografie scattate, a partire dal 1991, dall'amico fotografo Howard Sooley, che ritraggono il giardino in tutte le sue fasi e nelle diverse stagioni. Le angolazioni con cui sono prese svelano la sua complessa pianta geometrica, i suoi magici cerchi di pietre e le affascinanti e bizzarre sculture. Ma colgono anche squarci della vita quotidiana di Jarman a Dungeness, mentre passeggia, strappa le erbacce, innaffia, oppure semplicemente si gode la vita. 'Il giardino di Dere

Jarman (1942-1994) was a prominent UK filmmaker and AIDS/ queer rights activist. In this reprint of his candid memoir dating from 1982, he comments on the mainstream culture he escaped and the role of alternative sexuality in his films. The book includes movie stills from Caravaggio, Sebastiane, and Jubilee, and photographs of family and friends. Originally published in 1984 in the UK by Quartet Books, Ltd. 'Dancing ledge' refers to a section of the Jurassic Coast in Dorset, England. Annotation ©2010 Book News, Inc., Portland, OR (booknews.com)

Jarman (1942-1994) was a prominent UK filmmaker and AIDS/queer rights activist. This reprint of his 1987 account includes diary entries, poems, and interviews relating to the 1986 filming in 1986 The Last of England, lamenting the loss of certain British values and named after a painting by the Pre-Raphaelite artist Ford Madox Brown. The book includes remarks on his other works, upbringing, recent HIV-positive diagnosis, and stills from the movie and photos of Jarman, friends, and family. Annotation ©2010 Book News, Inc., Portland, OR (booknews.com)

€ 17,00

In this third volume of his journals, the late British filmmaker writes about the two years in which he struggled to keep working despite having been diagnosed as HIV-positive. Mixing accounts of treatment with descriptions of his garden and memories of his childhood, Jarman reflects on life, sensuality, and nature. While these journals will be too obscure for some, those familiar with Jarman's work and those interested in contemporary gay life will find much of value here. Annotation ©2010 Book News, Inc., Portland, OR (booknews.com)

Derek Jarman's own record of how he created a strange and eerily beautiful garden on the bleak shingle banks in the shadow of Dungeness power station. The illustrations are highly atmospheric photographs by Howard Sooley, Jarman's photographer,

This is Derek Jarman's meditation on the colour spectrum. He explains the use of colours in art, and their meanings in literature, science, philosophy, psychology, religion and alchemy - and mixes in his own memories and insight. A highly perso

The author, a painter and film-maker, recounts what it was like growing up gay in a heterosexual society, and describes how he has adjusted to being HIV positive