La 'Fattoria del Ponte II - Il Nuovo Regno', è l'evoluzione della Novella La 'Fattoria del Ponte' luogo fantastico dominato dalle bizzarre vicende di un nutrito gruppo di animali che, in uno slancio evolutivo, hanno deciso di strutturarsi in una vera e propria società con tutte le prerogative, positive e negative, del caso. Dopo la 'Battaglia' per la conquista del potere il Leone vincitore dovrà adoperarsi per risolvere gli innumerevoli problemi della 'Fattoria'. La sfida sarà più difficile del previsto e le grandi aspettative generate dalla sua vittoria faticheranno ad essere soddisfatte. L'onere della prova sarà lo scoglio più duro per il Nuovo Sovrano impegnato a respingere i quotidiani attacchi dei suoi detrattori e dei falsi amici. La tanto auspicata unità e pacificazione post-bellica degli animali della Fattoria si rivela una deludente utopia: le vecchie divisioni, le storiche appartenenze sembrano avere la meglio sullo spirito solidale degli abitanti di quel luogo onirico. Ambizione, risentimento, spirito di rivalsa hanno la meglio sui più nobili sentimenti della condivisione e della coesione sociale. Tra speranze deluse, alleanze incrinate e trame segrete il Nuovo Regno sembra riflettere i difetti atavici dei regni precedenti, quasi che nulla sia in grado di evolversi davvero, in una ingessata dinamica Gattopardiana per cui, in sostanza, 'si finge di cambiare tutto per non cambiare niente'. Inoltre all'orizzonte si percepiscono già i segnali di una futura Battaglia: l'esempio della Fattoria del Ponte ha fatto scuola e le 'Fattorie' vicine si stanno a loro volta orga

Benvenuti nella 'Fattoria del Ponte', dove gli animali parlano, votano e... tramano nell'ombra del potere! Un regno sta per finire, quello della Pavonessa, e le elezioni per il nuovo Sovrano agitano la Fattoria. Tra alleanze improbabili, sotterfugi e colpi bassi, l'Orso, il Leone e il Lupo si contenderanno la corona. Ma in una società divisa tra le due sponde del fiume, chi saprà davvero interpretare il vento del cambiamento? Una favola satirica e divertente, un'allegoria pungente e attuale della nostra società, dove gli animali non sono poi così diversi dagli uomini che dovrebbero rappresentare.

La dura battaglia contro una piaga sanitaria planetaria si trasforma ben presto in qualcosa di forse più orribile: il progressivo e totale annientamento delle più elementari libertà individuali.

Elena non sopporta più di abitare in un caotico condominio multietnico e decide di traslocare con Claudio, suo marito, in un casolare di proprietà dei suoceri. Il rustico è già parzialmente abitabile, ma necessita di una profonda ristrutturazione: dopo i primi lavori di muratura la coppia si rivolge a un imbianchino, Erald, per le rifiniture. Ma tra Elena, che è sempre a casa a seguire i lavori, ed Erald nascerà una passione travolgente, un rapporto ossessivo e profondo che porterà a un epilogo imprevedibile.

Quattordici racconti che tratteggiano spaccati di esperienze similari e aliene a un tempo. Caoticamente eclettici nel loro susseguirsi e nel linguaggio, sovente crudo e diretto, a volte gergale; sempre costellato di metafore e allusioni, perlopiù sessuali, più sboccato che lascivo, un po' guascone. Il sesso quindi: un sesso brullo, senza amore, neanche particolarmente allegro, spesso greve, fatticcio, spoglio e didascalico, tanto più bello e sincero quanto squallido. Altre volte il linguaggio si fa più curato, elegante, e indugia su descrizioni accurate degli ambienti e dei personaggi, per poi fluire impaziente a definire le trame. Alcune sono narrazioni amaramente divertenti, a tratti scollacciate, spinte e licenziose, che fanno intuire un approccio alla sessualità e alla vita dalle sfumature rusticane, volutamente grossolane, un misto di farsa e commedia. I personaggi sono per lo più soggetti veraci di periferia, figli di quella nostalgica cultura rionale e rurale, schiavi dei loro atavici pregiudizi, inclini alla supremazia delle passioni. Si muovono con protervia nell'alveo di una disincantata ordinarietà, gelosi e succubi dei propri vizi sublimandoli a fondamenti dell'esistere. Si insinuano poi, avulse e stridenti, situazioni kafkiane, che decretano la fine di una vita o l'inizio di un incubo. Poiché la vita, in fondo, non è altro che una magmatica poliritmia di strane circostanze.