Con una lingua sobria, efficace e intensa ma dalla grande potenza evocativa, Giorgio Filograna dà vita a un romanzo, tanto allegorico quanto denso di mistero, tanto reale per gli accadimenti subìti durante la Grande Guerra che nella vita civile. Ci regala una storia universale sulla necessità umana di perlustrare l'oscuro, di adattarsi all'ignoto, di scrollarsi le scorie del passato per costruire una nuova identità, nella quale germoglieranno nuove radici, pur sapendo che la vita sarà colma di stenti e fatiche. L'intuizione sarà la carta vincente. L'uomo T. si troverà attanagliato da una profonda introspezione dell'anima e dell'essere umano scontrandosi con i comportamenti nascosti. In questa esperienza metterà a rischio anche di voltare le spalle alla felicità che, quanto è troppo grande, diventa una pena. Il suo equilibrio lo troverà in un solo luogo: nello «Spazio Calmo».

Un essere immondo comparve nella stanza. Forse era un demonio o un angelo sterminatore. Petruccelli s'inquietò; lui era sul letto di morte, non poteva muoversi a causa della sua apoplessia. Grazie a questo essere celeste arrivò l'ora della riflessione. Revisione storica... il travaglio... poi il trapasso. La quiete... trasmigrazione. Grazie Morte... che catturi tutto, tua è anche la fonte di tutto. Insegnami, io dirò la tua parola; e tutte le nazioni confesseranno che tu sei il solo Cristo vivente e vero.