Il dolore sfonda muri, toglie il fiato, apre profonde spaccature nel terreno della nostra quotidianità. Spesso ci pone delle domande a cui cerchiamo in qualche modo di rispondere. "Perché proprio a me? Come farò ad uscirne?" Sono solo alcune delle domande che vengono poste in quei momenti così drammatici. E quando tutto finisce, cerchiamo di dimenticare, di allontanarci da tutto ciò che ci fa o fatto soffrire. Siamo comunque cambiati e guardiamo il mondo con occhi e cuore diversi. Alcuni decidono di proteggersi mettendosi una maschera altri invece, come me, guardano le sofferenze altrui con occhi nuovi ponendosi sempre la stessa domanda: " E se ci fossi io al loro posto"? Se io fossi al posto di un immigrato, di un disabile, di un condannato a morte, di un volontario, di un malato di S.L.A, di una prostituta, di un ammalato in un letto di ospedale, di un'Anima fragile come Robin Williams, di un disoccupato (ci sono stato) che si suicida, di una donna maltrattata, che cosa succederebbe o sarebbe successo? Così è nato il libro di poesie "La Vvce degli ultimi". Poesie scritte spesso in prima persona perché "sentite" sulla mia pelle, poesie di rabbia, di dolore per donne, uomini, bambini che avrebbero diritto di essere ascoltati ed aiutati.